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Pacchi aiuto negati agli stranieri, sindaca leghista agli arresti

Pacchi aiuto negati agli stranieri, sindaca leghista agli arresti

Pacchi aiuto negati agli stranieri. La sindaca leghista del vercellese Michela Rosetta agli arresti domiciliari per discriminazione razziale.

Pacchi aiuto negati agli stranieri, sindaca leghista agli arresti domiciliari con l’accusa di discriminazione razziale. La vicenda vede coinvolta Michela Rosetta, primo cittadino di San Germano Vercellese, nonché esponente della Lega, e il consigliere comunale Giorgio Carando. Disposte misure cautelari anche per Maurizio Bosco, consigliere comunale ed ex vicesindaco, un dipendente comunale di 62 anni e un altro cittadino di 49 anni.

Pacchi aiuto negati agli stranieri

Sono varie le accuse del gip del tribunale di Vercelli, si va da quella di discriminazione razziale a falsità materiale e falsità ideologica in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale, abuso d’ufficio e distruzione di beni sottoposti a vincolo culturale. La vicenda nasce da un atto discriminatorio compiuto dalla sindaca di San Germano Vercellese nei confronti di una donna musulmana.

La signora aveva chiesto che nei pacchi aiuto non le fossero inclusi prodotti non consumabili, da lei e la sua famiglia, per motivi religiosi. Questo il motivo per il quale era stata relegata in fondo alla lista di distribuzione, così da non ricevere più aiuti alimentari. La Procura di Vercelli ha indagato sull’accaduto grazie a una soffiata di una dipendente comunale, che aveva raccontato della gestione dei pacchi alimentari acquistati dal Comune con i fondi del Ministero per l’Emergenza Covid.

Sceglievano a chi dare aiuto

Intercettazioni telefoniche e microspie hanno portato gli investigatori a scoprire le condotte illecite di chi si occupava della distribuzione. Nessun criterio di necessità, Sindaca e consigliere decidevano a chi consegnare il “pacco da sfigati”, ovvero quello con meno prodotti, e quello più ricco escludendo molti anziani non autosufficienti con redditi bassi per preferire persone con reddito da oltre 7mila euro. Inoltre, gli amministratori del Comune acquistavano con fondi pubblici anche generi alimentari non essenziali come mazzancolle tropicali e capesante, così come di aver sottratto prodotti dal magazzino per le proprie famiglie.