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Chi è Riccardo Nencini, l'uomo che potrebbe salvare il governo Conte

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Il suo voto potrebbe essere la salvezza per il governo Conte e al contempo la fine di Italia Viva in Senato: ma chi è il senatore Riccardo Nencini?

Da alcune ore il nome di Riccardo Nencini è uno dei più pronunciati all’interno dei palazzi romani, sia per la sua volontà di sostenere il governo Conte a seguito della crisi di governo che per l’intenzione ventilata di privare Italia Viva della possibilità di formare un gruppo autonomo al Senato grazie al suo simbolo: quello del Partito Socialista Italiano. Molti si domandano però chi sia Nencini e dove abbia inizio la sua storia politica.

Crisi di governo, chi è Riccardo Nencini?

Nato a Barberino del Mugello nel 1959, Nencini fa il suo ingresso in politica con il Psi nel 1990, quando viene eletto consigliere comunale a Firenze sotto il sindaco Giorgio Morales. Appena due anni dopo viene eletto deputato sempre per i socialisti, allora travolti dallo scandalo di Mani Pulite, e nel 1994 aggiunge a questa anche la carica di europarlamentare. Con la fine degli anni ’90 e lo scioglimento del Psi fa il suo ritorno nella politica locale con il partito dei Socialisti Democratici Italiani, divenendo presidente del consiglio regionale della Toscana dal 2000 al 2010.

Nel frattempo diventa il segretario del rifondato Psi, venendo nominato nel 2010 assessore regionale al Bilancio in Toscana sotto la giunta di Enrico Rossi. Nel 2013 torna sulle scene della politica nazionale venendo eletto senatore e successivamente nominato viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni. Alle elezioni del 2018 risulta l’unico eletto della lista Insieme – facente parte della coalizione di centrosinistra – decidendo successivamente di iscriversi al Gruppo Misto.

Il commento sul futuro del governo

Raggiunto dai microfoni de La Republica, Nencini commenta l’attuale crisi politica e i riflettori improvvisamente puntati su di se: Fatta eccezione per Obama e Tony Blair, credo che in queste ore mi abbiano chiamato tutti. Come mi sento? Come Ulisse sulla nave, tra tempeste e insidie, ma con coerenza socialista puntiamo dritti su Itaca”.

Per quanto riguarda invece la fiducia al governo Conte il senatore afferma:È un’operazione che per me rientra nel credo riformista. Non è tempo per governi raffazzonati. Dico una cosa: l’Italia esce dalla fase dell’emergenza ed entra in quella della rinascita, ci sono il Ricovery e la campagna vaccinale da gestire. Chi lo fa? Fossimo in un Paese normale, con una destra alla Aznar, lo farebbe un governo di unità nazionale. Ma noi non siamo un Paese così”.