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Crisi di governo, la richiesta di Mattarella a Conte

Crisi di governo Mattarella Conte

All'uscita dal vertice con Mattarella il centrodestra ha auspicato una veloce risoluzione della crisi di governo, anche con il ricorso alle elezioni.

La maggioranza relativa ottenuta al Senato dal governo non permette al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di considerare la crisi di governo come superata. Dopo l’incontro tra il premier e Mattarella avvenuto nella giornata di ieri, giovedì è stato il turno della coalizione di centrodestra, che si è recata dal capo dello Stato per presentare il proprio punto di vista sulla questione. Secondo i tre leader Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani infatti: “Con questo Parlamento è impossibile lavorare. Il centrodestra ha ribadito al Presidente la fiducia nella sua saggezza”.

La richiesta di Mattarella a Conte

Inoltre, sempre secondo quando sostenuto da Il Giornale, anche l’alleato più solido della maggioranza, il Pd, avrebbe messo alle strette il Presidente del Consiglio concedendogli un massimo di due settimane per trovare i numeri che servono in Parlamento. Se così non fosse Conte dovrebbe dimettersi con la palla che in quel caso passerebbe a Mattarella incaricato di segnare la strada da seguire.

Quale potrebbe essere la soluzione in caso di dimissioni di Conte? Secondo quanto fatto trapelare da Il Foglio, se il governo dovesse cadere non ci sarebbe altra strada che il voto, malgrado la pandemia in corso.

Crisi di governo, il commento del centrodestra

Pur ribadendo la sfiducia all’attuale esecutivo, all’interno del centrodestra le sfumature sulle possibili soluzioni rimangono diverse. Il segretario della Lega Salvini preferirebbe infatti andare subito alle urne in modo da dare al Paese una maggioranza stabile per la gestione dell’emergenza Covid: “Con 3 milioni di italiani che rischiano di perdere il lavoro, 500mila negozi e imprese chiuse, 8 milioni di studenti e un milione di insegnanti in difficoltà, non si può continuare ad assistere alla compravendita dei senatori, a un governo senza idee, senza visione e senza maggioranza. L’abbiamo detto al presidente della Repubblica. Ci fidiamo solo degli italiani, meglio investire 2 mesi di tempo dando la parola agli italiani e poi lavorare tranquilli per i prossimi 5 anni. Non si possono rivedere le scene che gli italiani hanno visto al Senato in queste settimane”.

Simile valutazione anche da parte di Giorgia Meloni, anche la leader di Fratelli d’Italia non ha menzionato esplicitamente nuove elezioni: “Il voto di martedì ha dimostrato che il governo non ha più una maggioranza compatta. La nostra convinzione è che il problema non sia solo il governo, ma questo Parlamento che non può risolvere i problemi della nazione, che non può dare all’Italia una maggioranza compatta per fare le cose coraggiose di cui c’è bisogno”.

Elezioni che vengono invece parzialmente escluse da Giovanni Toti, per il quale un eventuale ritorno alle urne sarebbe: “Molto complesso: credo si debba ragionare anche di altre strade, poi se ci sarà il voto ben venga, è la via maestra in democrazia”. Toti ha poi aggiunto: “Questo dubbio l’ho anche espresso agli amici del centrodestra. Dobbiamo ancora chiudere il Recovery fund, c’è da discutere il Mes, i conti della sanità delle Regioni necessitano di aggiustamenti importanti e li deve dare il Parlamento, abbiamo rinviato il voto in Calabria, c’è uno stato di emergenza fino al 30 aprile”.

Il futuro della maggioranza

Nel pomeriggio di ieri, 20 gennaio, il premier era salito al Colle per incontrare il Capo dello Stato Sergio Mattarella, non per dimettersi, ma per chiedere più tempo per trovare una maggioranza più solida. Non è un mistero infatti che il Presidente della Repubblica non veda di buon occhio un governo retto da voti sparsi di transfughi, responsabili, costruttori o voltagabbana.

Per poter garantire stabilità servirebbe un gruppo parlamentare nuovo al quale aderiscano tutti coloro che intendono dare supporto all’esecutivo per dar vita ad un programma politico di governo che conduca il Paese fino alla fine della legislatura, nel 2023. Mattarella, stando a quanto riferito da Il Giornale, non avrebbe dato a Conte dei consigli su cosa fare, ma avrebbe semplicemente spinto affinché la situazione venga risolta nel più breve tempo possibile. Il termine pare sia stato fissato a 10 giorni.