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Draghi, il profetico articolo sul Financial Times che sembra un programma di governo

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Nel marzo del 2020 Mario Draghi scrisse un articolo sul Financial Times in cui illustrava cosa avrebbero dovuto fare i governi per superare la crisi.

A poche ore dall’accettazione dell’incarico con riserva da parte di Mario Draghi in molti sul web si sono ricordati di quando, nel marzo 2020, l’ex presidente della Bce scrisse un lungo articolo sul Financial Times dove illustrava ciò che secondo lui i governi europei avrebbero dovuto fare per uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia. Un discorso che se letto alla luce degli avvenimenti degli ultimi giorni appare quasi come un vero e proprio programma di governo per quello che a breve potrebbe essere il terzo esecutivo tecnico nella storia dell’Italia repubblicana.

L’articolo di Draghi sul Financial Times

Nell’articolo scritto a marzo, Draghi ritiene che l’unica soluzione possibile per superare la crisi sia che i governi si prendano carico di proteggere l’economica attraverso un significativo aumento del debito pubblico: “La perdita di reddito nel settore privato, e tutti i debiti che saranno contratti per compensarla, devono essere assorbiti, totalmente o in parte, dai bilanci pubblici. Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e andranno di pari passo con misure di cancellazione del debito privato”.

Facendo l’esempio della Prima Guerra Mondiale finanziata con l’aumento del debito pubblico dalle potenze europee dell’epoca, Draghi sostiene che in un periodo così difficile è necessario offrire ai cittadini un immediato sostegno in termini di liquidità che vada oltre i semplici sussidi: “La priorità, infatti, non deve essere solo fornire un reddito di base a chi perde il lavoro, ma si devono innanzitutto proteggere le persone dal rischio di perdere il lavoro. Se non lo faremo, usciremo da questa crisi con un’occupazione e una capacità produttiva danneggiate in modo permanente, ma le famiglie e le aziende faticheranno a riassestare i bilanci e a ricostruire patrimonio netto”.

Necessario un cambiamento di mentalità

“Se si vogliono proteggere i posti di lavoro e la capacità produttiva […] i governi dovranno assorbire gran parte della perdita di reddito causata dalla chiusura del paese”, afferma Draghi illustrando le due ipotesi attualmente sul tavolo per cui i governi possono o compensare le spese di chi si indebita oppure compensare le garanzie degli insolventi. Delle due, la prima soluzione sarà migliore per l’economia, mentre la seconda meno onerosa per i bilanci.

Verso il finale, l’ex presidente di Bankitalia ribadisce che nell’immediato futuro: “I debiti pubblici cresceranno, ma l’alternativa – la distruzione permanente della capacità produttiva e quindi della base fiscale – sarebbe molto più dannosa per l’economia e, in ultima analisi, per la credibilità dei governi”. Draghi ricorda inoltre come i paesi europei siano attualmente ben attrezzati per affrontare una crisi di questo tipo, ma per farlo è necessario un profondo cambiamento di mentalità.