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Crisi di governo, Mario Draghi ha la maggioranza in Parlamento?

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L'ex presidente della BCE Draghi cercherà la maggioranza in Parlamento e troverà a sostenerlo Iv, Pd e forse Forza Italia.

Il mandato esplorativo affidato dal Presidente della Repubblica Mattarella al Presidente della Camera Fico non ha dato l’esito sperato. Non c’è una maggioranza nel vecchio governo più i responsabili, manca l’accordo e come si suol dire volano gli stracci tra i leader delle varie fazioni. Il Capo dello Stato non vuole perdere tempo e per questo, scartata l’ipotesi Conte ter, convoca subito Mario Draghi, ex presidente della Bce, per dar vita ad un governo di alto profilo. Ma Draghi ha la maggioranza in Parlamento?

La vecchia maggioranza si spacca

Dalla parte dell’ex presidente della Bce ci sono sicuramente Italia Viva con Matteo Renzi che già nella serata del 2 febbraio sera ha comunicato: “Abbiamo ascoltato le sagge parole del Presidente della Repubblica Mattarella: ancora una volta ci riconosciamo nella Sua guida. E agiremo di conseguenza”. L’ex sindaco di Firenze ha ottenuto ciò che voleva: ha fatto cadere Conte, sfaldato il M5s e dato un bello scossone al Pd, ora può tornare a “star sereno” e a sostenere il nuovo Presidente del Consiglio incaricato.

Il Pd, invece, non si è ancora espresso in maniera chiara sull’appoggio a Draghi, ma la forte vocazione europeista del partito e l’appello del Capo dello Stato eletto proprio dal Pd sono un chiaro esempio che i dem ci saranno.

Il M5s non ha preso bene la scelta di Mattarella e, malgrado sia la più grande forza politica del Parlamento, potrebbe finire all’opposizione. Dal reggente scaduto Vito Crimi in giù, tutti si sono opposti all’ipotesi di appoggiare un governo tecnico, ma non si può non considerare le fratture interne al MoVimento e il fatto che in molti siano pronti ad abbandonare i pentastellati e assecondare dunque la propria coscienza politica. Non è da escludere che in questo caso alcuni possano decidere di appoggiare Draghi.

La situazione nel centrodestra

Nel centrodestra la situazione è un ancora più contorta. Forza Italia ha sempre detto di sì ad un governo del presidente e la stima di Silvio Berlusconi nei confronti di Draghi potrebbe portare lui e il suo partito ad appoggiare la cosiddetta maggioranza Ursula.

La Lega di Salvini voleva invece il voto, ma non esclude di poter appoggiare il nuovo esecutivo. Mette però dei veti: “La Lega e il centrodestra – scrive il leader del Carroccio sui social – sono per l’apertura dei cantieri, la rottamazione delle cartelle, la flat tax, un piano vaccinale serio e una riforma della giustizia. A chiunque voglia ragionare di futuro e di Italia non dico mai di sì o di no per simpatia o pregiudizio”. Appoggio esterno dunque, in una maggioranza che dovrebbe però già di suo essere legittimata. Discorso simile anche per Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che chiede il voto, ma si dimostra disponibile a lavorare anche dall’opposizione per il bene della nazione.

Draghi ha la maggioranza in Parlamento?

Come nel caso della cosiddetta “vecchia maggioranza”, ancora una volta la partita si gioca in Senato, dove Draghi, per poter contare su un solido sostegno parlamentare, dovrebbe riuscire dove Conte ha fallito: ottenere la fiducia di 161 senatori. Con i voti di Italia Viva-Psi, Forza Italia e Pd, l’ex presidente della Bce arriverebbe a 105 senatori, a cui si aggiungono i 40 del gruppo Misto, degli Europeisti-Maie-Centro democratico e Sutonomie, che però, al momento, non hanno espresso una posizione chiara e unanime.

Con 145 senatori, dunque, Draghi sarebbe ben lontano dalla maggioranza assoluta. Un supporto potrebbe arrivare da eventuali “fuoriusciti” pentastellati. Il M5s conta ben 92 seggi a Palazzo Madama e, nonostante il reggente Vito Crimi e altri esponenti, come l’ex ministro Danilo Toninelli, abbiano espresso parere contrario a un governo tecnico, non si esclude che il Movimento si spacchi sulla questione di fiducia.