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Draghi al Governo, dai ristori ai licenziamenti: ecco cosa cambierebbe

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La nomina di Mario Draghi a capo del Governo determinerebbe grandi cambiamenti in Italia.

Mario Draghi ha accettato con riserva l’incarico di creare un nuovo governo. In attesa degli esiti dell’operazione, tuttavia, in tanti si stanno chiedendo cosa potrebbe cambiare. I timori e le attese più importanti sono quelli relativi soprattutto ai ristori da fornire alla popolazione, in difficoltà a causa della pandemia di Coronavirus e alle relative misure di restrizione, ed al futuro del mercato del lavoro. Alcuni indizi sulle strategie che il nuovo Premier potrebbe portare avanti arrivano dal documento del G30 di dicembre.

I ristori

Dal G30 di dicembre è emersa la necessità di limitare i ristori. Le aziende che sono destinate al fallimento, infatti, non dovrebbero riceverne in quanto si tratterebbe di uno spreco. Mario Draghi potrebbe dunque dettare lo stop agli aiuti a pioggia (più di 11 milioni di euro) emanati finora dal governo. Quest’ultimo, piuttosto, dovrebbe promuovere una “distruzione creativa“, ovvero una naturale trasformazione del mondo delle imprese. Alcune spariranno, altre nasceranno.

Il mercato del lavoro

II governo dovrebbero incoraggiare aggiustamenti nel mercato del lavoro, […] che richiederanno che alcuni lavoratori dovranno cambiare azienda o settore, con appropriati percorsi di riqualificazione e assistenza economica“. Lo si legge nel documento del G30. No, dunque, alla cassa integrazione e al blocco dei licenziamenti, che d’altra parte scadrà a marzo.

Il Recovery Plan

Il documento del G30 chiarisce anche come il Governo dovrebbe gestire i fondi del Recovery Plan: stop a bonus e incentivi, maggiore spazio agli investimenti, in particolare quelli “a più alto rendimento“, cioè con un ritorno economico e sociale maggiore.