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Di Battista all'attacco su Draghi: "Gli hanno garantito il Quirinale"

di battista

Di Battista continua nella sua opposizione a un eventuale governo Draghi, paventando quello che secondo lui sarà: "L'inizio della restaurazione".

Nonostante l’ammorbidimento dei vertici pentastellati nei confronti dell’ipotesi Draghi premier, all’interno del Movimento soffia sempre più forte la bufera per le posizioni intransigenti di Alessandro Di Battista, da sempre profondamente contrario a un esecutivo guidato dall’ex presidente della Banca Centrale Europea. Il rischio che si delinea all’orizzonte è quello di una possibile spaccatura insanabile all’interno del M5s in caso di fiducia a Draghi da parte di quest’ultimo.

Di Battista contro Draghi

“Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi. Si dice: “non sarà un governo tecnico ma un governo politico”. Benissimo. Allora ragioniamo di politica”, afferma Di Battista, dichiarando su Facebook che dopo aver gestito il piano vaccinale e il Recovery Plan, Draghi verrà eletto in maniera quasi automatica come successore di Mattarella al Quirinale: Senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D’altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il governo dei migliori come già viene definito, era solo l’inizio della restaurazione. Un film già visto”.

Per Di Battista dunque “Opporsi a questo scenario è l’unica scelta, propriamente politica, che si possa fare”, ma ormai il M5s sembra aver decisamente smussato le sue posizioni contro l’ex capo di Bankitalia, soprattutto dopo i colloqui di quest’ultimo con il presidente della Camera Roberto Fico, con Giuseppe Conte e con il fondatore del Movimento Beppe Grillo. Proprio la telefonata con Grillo avrebbe sbloccato le ultime resistenze dei pentastellati, con Draghi che avrebbe rassicurato il comico sui temi fondanti l’agenda politica del Movimento, che non verranno toccati da un suo eventuale governo. Tra questi il reddito di cittadinanza, che secondo le indiscrezioni Draghi non vorrebbe smantellare del tutto ma rivedere e migliorare.