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Governo Draghi, il Senato ha approvato la fiducia

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Con 262 voti favorevoli e 40 contrari, il Senato ha approvato la fiducia al Governo Draghi.

Il Senato ha approvato la fiducia al governo Draghi. Alla votazione sono stati presenti 305 senatori, dei quali i votanti sono stati 304. I voti favorevoli sono stati 262, mentre i voti contrari sono stati 40. Gli astenuti 2. Prima di procedere con il voto, il Premier Mario Draghi ha tenuto un discorso programmatico in Senato volto a chiedere la fiducia per il suo governo. Prima di dargli la parola, la presidente Casellati ha ricordato Franco Marini, ex presidente di Palazzo Madama (2006-2008) deceduto nei giorni scorsi e invitato i senatori ad un minuto di silenzio. Ha anche augurato a Pierferdinando Casini, che ha contratto il Covid e non è stato presente in Aula, i suoi auguri di pronta guarigione.

Approvata fiducia a Draghi

Con 262 voti favorevoli su 304 senatori votanti, il Senato ha approvato la fiducia al Governo Draghi. I voti contrari sono stati 40 mentre gli astenuti 2. I senatori presenti al momento del voto sono stati in tutto 305.

Ciampolillo: “Salvini pagliaccio”

Il senatore del gruppo misto ed ex Movimento 5 Stelle Lello Ciampolillo ha fatto parlare di sé anche questa volta prima prendendo la parola a tempo scaduto, poi attaccando pesantemente il leader della Lega Matteo Salvini definendolo “un politico da strapazzo, un pagliaccio”. Forti critiche dalla Presidente del Senato Elisabetta Casellati che ha richiamato il senatore dichiarando: “Lei non era iscritto a parlare, arriva sempre all’ultimo momento. Va bene, parli in dissenso però ogni volta…”

Nonostante Ciampolillo abbia annunciato il voto negativo alla fiducia, pochi minuti dopo è risultato assente alla prima chiama. Alla seconda chiama ha votato il no a Draghi così come dichiarato.

Draghi cita Conte: “Buu” dai banchi

Il Premier Draghi nel corso del suo discorso ha citato l’ex Premier Conte. Ciò ha portato a delle chiare proteste da parte di alcuni senatori che hanno urlato “buu”, mentre i senatori dell’Intergruppo M5S-PD e Leu hanno invece applaudito.

Draghi: “Stima dovrà essere validata”

Poco prima del voto di fiducia al Senato, il Premier Mario Draghi ha precisato come la stima posta dovrà essere essere “giustificata e validata nei fatti del governo da me presieduto”, aggiungendo inoltre che: “Gli interventi del dibattito hanno dimostrato la consapevolezza del disastro economico, sanitario, sociale, educativo e culturale. E’ con questa consapevolezza che questo governo costruirà nei fatti con sia la sua credibilità”.

Il Premier ha poi messo in luce come in questo periodo investire nel turismo sia fondamentale:”Stamattina ho accennato al fatto che alcune imprese potranno non riaprire dopo la pandemia ma una che di certo riaprirà è quella del turismo. Investire nel turismo non significa buttar via i soldi perchè quei soldi tornano indietro in un paese ad alta vocazione turistica“. Secondo il nuovo premier si tratta di un passo fondamentale che permette da un lato “alle imprese del turismo di non fallire e ai lavoratori di tutelare i livelli di reddito”. “Dobbiamo impedire che in questo periodo le imprese falliscano perché si perde un capitale che è essenzialmente un capitale umano”, ha precisato Draghi.

Il Premier Mario Draghi ha poi affrontato il tema della crescita nel Mezzogiorno precisando come la legalità e la sicurezza siano alla base per la crescita al Sud Italia. Ha proseguito dichiarando che esiste “un rischio specifico che corriamo in vista della stagione di ricostruzione” del Next Generation Ue. Draghi su quest’ultimo tema ha dichiarato che:”L’obiettivo è anticipare una risposta strutturata dello Stato in termini di prevenzione e contrasto”.

Draghi ha poi toccato il tema dell’immigrazione: “la risposta più efficace e duratura è la piena assunzione di responsabilità delle istituzioni europee” – ha dichiarato il Premier che ha poi aggiunto come: “L’Italia, appoggiata anche da alcuni paesi mediterranei, propone come concreta misura di solidarietà un meccanismo obbligatorio di redistribuzione dei migranti pro quota”.

Il nuovo premier ha poi toccato uno dei temi più importanti dell’agenda di Governo di Draghi ovvero l’ambiente che lo ha definito “alla base della giustizia generazionale. So che in Senato si sta discutendo” di questo “nella forma di legge costituzionale: questo governo conferma l’impegno di andare in questa direzione”.

Ha proseguito definendo inoltre le regioni essenziali: “Per molte delle cose che sono state dette oggi, il loro coinvolgimento non è solo inevitabile ma anche essenziale: certe cose non si fanno se non vengono discusse con le Regioni”.

“Stamattina ho detto che l’Italia è una grande potenza culturale e anche per questo al G20” sarà data “grande importanza” alla cultura “con un incontro dedicato. Le restrizioni per la pandemia hanno messo a dure prova musei, cinema, teatri, tutto lo spettacolo dal vivo e l’arte in generale”, un comparto che va sostenuto “perché il rischio è di perdere un patrimonio che definisce la nostra identità”, queste le parole del Premier che annunciato come: “Una perdita economica ingente ma ancor più grande la perdita dello spirito. Molto è stato fatto per ristori adeguati: serve fare ancora di più, rafforzare le tutele dei lavoratori” e le risorse del Next Generation Ue vanno utilizzate per “il capitale umano” e le “nuove tecnologie”. “Il ritorno nel più breve tempo possibile alla normalità deve riguardare anche la cultura in tutte le sue forme perché imprescindibile per la crescita e il benessere del Paese”, ha dichiarato.

Infine ha dichiarato che la Governance del Pnrr sarà “incardinata nel ministro dell’Economia e Finanze con la strettissima collaborazione dei ministri competenti. Il Parlamento sarà informato in modo adeguato e tempestivo sull’impianto complessivo e sulle politiche specifiche di intervento”.

Il discorso del Premier Draghi

Il primo pensiero che vorrei condividere riguarda la nostra responsabilità nazionale di combattere con ogni mezzo la pandemia e salvaguardare le vite dei nostri concittadini. Rivolgo un pensiero a chi lavora nelle attività più colpite e ci impegneremo affinché possano tornare alla normalità delle loro occupazioni. Ci impegnammo anche a informare i cittadini con sufficiente anticipo per quanto possibile di ogni cambiamento delle regole.

Nel ringraziare Mattarella, vorrei dirvi che non vi è mai stato nella mia vita professionale un momento di emozione così intensa e di responsabilità così ampia. Ringrazio anche il Presidente Conte (ndr tra i fischi dei senatori che erano all’opposizione del precedente governo). Un esecutivo come quello che presidierò è il governo del paese che non ha bisogno di alcun aggettivo che lo definisca e che riassume la volontà e il senso di responsabilità delle forze politiche a cui è stata chiesta una rinuncia per il bene di tutti.

La crescita di un economia non dipende solo da fattori economici ma anche dalla condivisione di valori e speranze. Si è detto che questo governo è stato reso necessario dal fallimento della politica ma mi sia consentito di non essere d’accordo: nessuno fa un passo indietro rispetto alla propria identità, ma semmai in un nuovo e inconsueto perimetro di collaborazione ne fa uno avanti per rispondere alle necessità del paese.

Nei momenti più difficili della nostra storia l’espressione più alta della politica si è tradotta in scelte coraggiose, perché prima di ogni appartenenza viene il senso della cittadinanza. Il paese ci chiede di non perdere tempo e noi oggi, politici e tecnici, siamo semplicemente tutti cittadini italiani onorati di servire il proprio paese. La durata dei governi italiani finora è stata breve, ma ciò non ha impedito di prendere scelte decisive: conta il coraggio delle visioni, non i giorni di tempo. Oggi noi abbiamo la responsabilità di avviare una nuova ricostruzione. Esprimo davanti a voi il desiderio di costruire un futuro migliore nella speranza che gli italiani del futuro ci ringrazino per il nostro lavoro e non abbiano di che rimproverarci per il nostro egoismo.

“Scelta dell’Euro irreversibile”

Questo governo nasce come protagonista dell’alleanza atlantica nel solco delle grandi democrazie occidentali. Sostenerlo significa condivider l’irreversibilità della scelta dell’Euro e la prospettiva di una UE sempre più integrata che approderà ad un bilancio pubblico comune capace di sostenere i paesi nei periodi di recessione. Gli stati nazionali rimangono un riferimento ma nelle aree definite dalla loro debolezza cedono sovranità nazionale per acquistare sovranità condivisa.

Senza l’Italia non c’è l’Europa ma fuori dall’Europa c’è meno Italia. Siamo una grande potenza economica e culturale: mi sono sempre stupito di come spesso il giudizio degli altri sul nostro paese sia migliore di quello che diamo noi. Dobbiamo essere più orgogliosi e più giusti nei confronti del nostro paese e riconoscerne i tanti primati.

Le conseguenze della pandemia

Le cifre dell’epidemia (ndr sui numeri dei ricoverati in terapia intensiva si è corretto due volte) hanno messo a dura prova il sistema sanitario nazionale. L’aspettativa di vita è diminuita fino a 4-5 anni nelle zone di maggior contagio, e da 1 anno e mezzo a 2 per tutti. Un calo che non si registrava dai tempi delle guerre mondiali. La diffusione del virus ha comportato gravissime conseguenze anche sull’economia e sulla povertà: i dati della Caritas mostrano che dal 2019 al 2020 l’incidenza dei nuovi poveri è passata dal 31 al 45%. Il nostro sistema di sicurezza sociale è squilibrato e non protegge a sufficienza i cittadini con impieghi a tempo determinato e i lavoratori autonomi. La diffusione del Covid ha provocato ferite profonde nelle nostre comunità anche sul piano culturale ed educativo: i ragazzi hanno avuto il servizio scolastico a distanza che non può non creare disagi ed evidenziare diseguaglianze. A fronte di 1.696.300 studenti, nella prima settimana di febbraio solo 1.00.039 hanno avuto assicurato il servizio attraverso la DAD.

Vaccini, scuola, ambiente

La nostra prima sfida è dunque distribuire rapidamente il vaccino. Dobbiamo mobilitare tutte le energie su cui possiamo contare, dalla Protezione Civile alle forze armate fino ai volontari. Non dobbiamo limitare le vaccinazioni all’interno di luoghi specifici: dobbiamo renderli possibili in tutte le strutture disponibili pubbliche e private imparando da paesi che si sono mossi più rapidamente di noi. Dobbiamo ridurre la possibilità che sorgano nuove varianti e riformare la sanità rafforzando quella sanità territoriale e realizzando una forte rete di servizi di base.

Quanto alla scuola, dobbiamo tornare ad un orario normale e fare il possibile per recuperare le ore di didattica in presenza perse lo scorso anno soprattutto nel mezzogiorno in cui la DAD ha incontrato maggiori difficoltà. Dobbiamo allineare il calendario alle esigenze dell’esperienza vissuta e far avvenire il ritorno a scuola in sicurezza. Sarà inoltre necessario investire negli istituti tecnici come avviene in Germania e Francia ma anche nella ricerca di eccellenza.

Quando usciremo dalla pandemia che mondo troveremo? Alcuni pensano che la tragedia sia stata simile ad una lunga interruzione di corrente e che prima o poi la luce ritorni, ma alcuni scienziati non ritengono che sia così. Il riscaldamento del pianeta ha effetti diretti sulle nostre vite e sulla nostra salute, dall’inquinamento, alla fragilità idrogeologica, all’innalzamento del livello dei mari che potrebbe rendere ampie zone di alcune città litoranee non più abitabili. Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo. Le tragedia naturali sono le risposte della terra al nostro maltrattamento: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore. Proteggere il futuro dell’ambiente richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, spazio, biodiversità e riscaldamento globale sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le nostre azioni. Il turismo avrà un futuro se non dimentichiamo che esso vive in base alla nostra capacità di preservare ambiente, città d’arte, luoghi e tradizioni.

Lavoro e parità di genere

Uscire dalla pandemia non sarà come accendere la luce. Il governo dovrà proteggere tutti i lavoratori ma sarebbe un errore farlo indifferentemente. Alcune dovranno cambiare, anche radicalmente. E la scelta di quali attività proteggere e quali accompagnare nel cambiamento è il difficile compito che la politica economica dovrà affrontare nei prossimi mesi. Dobbiamo innanzitutto pensare a giovani, donne e lavoratori autonomi che sono state le categorie più colpite. Centrali sono le politiche attive del lavoro e affinché siano operative sarà necessario rafforzare quelle esistenti.

Dobbiamo superare il divario di genere nell’occupazione: una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richiesto dalla legge ma richiede che siano garantite parità di condizione competitive tra generi. Ciò significa anche assicurarsi che tutti abbiano eguale accesso alla formazione: intendiamo quindi investire perché sempre più giovani donne scelgano di formarsi negli ambiti in cui intendiamo rilanciare il paese.

Next Generation UE

Quanto al Next Generation UE, la strategia per i progetti dovrà apportare benefici a più settori in maniera coordinata. Le risorse dovranno essere spese per migliorare il potenziale di crescita della nostra economia. La scadenza per concludere il piano è la fine di aprile: gli orientamenti del Parlamento a commento della bozza di programma del precedente governo saranno fondamentali. I punti rimarranno quelli già enunciati (innovazione, competitività, cultura, transizione ecologica, infrastrutture, formazione, ricerca) ma saranno rafforzati per quanto riguarda gli obiettivi strategici e le riforme che li accompagnano. Indicheremo obiettivi per il prossimo decennio con una tappa intermedia (2026). Non basterà infatti elencare progetti ma dovremo dire dove dobbiamo arrivare nel 2026 e a cosa puntiamo per il 2030 e il 2050, anno in cui l’UE intende arrivare a zero emissioni nette di CO2 e gas clima alteranti.

Selezioneremo progetti e iniziative coerenti con gli obiettivi del programma e chiariremo il ruolo del terzo settore e del contributo dei privati al programma nazionale. La governance è incardinata nel ministero dell’Economia e in quelli competenti. Il Parlamento verrà costantemente informato sia sull’impianto complessivo che sulle politiche di settore.

Riforme del fisco e della Pubblica Amministrazione

Quanto alle riforme di cui l’Italia ha bisogno, va detto che è necessario attuare misure complessive e non singole e a tappe come fatto negli anni precedenti. Va avviata una riduzione dell’IRPEF per ridurre gradualmente il carico fiscale e preservare la progressività. Altra riforma che non si può procrastinare è quella della PA: nell’emergenza ha dimostrato capacità di resilienza e adattamento ma la fragilità del sistema è una realtà che deve essere rapidamente affrontata. La riforma dovrà muoversi su due direttive: investimenti in connettività e aggiornamento continuo dei dipendenti.

Giustizia

Nel campo della giustizia le azioni da svolgere sono quelle che si collocano nel solco dell’UE, che ci esorta ad aumentare l’efficienza del sistema civile e giudiziario garantendo un funzionamento più efficiente dei tribunali e favorendo la repressione della corruzione.

I rapporti internazionali

Per ciò che riguarda i nostri rapporti internazionali, il governo sarà europeista e atlantista. Resta forte la nostra attenzione di naturale interesse prioritario (Balcani, Libia, Mediterraneo orientale, Africa) e consolideremo la collaborazione con Francia e Germania. Altra sfida sarà il negoziato sul nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo, nel quale perseguiremo un deciso rafforzamento dell’equilibrio tra responsabilità dei Paesi di primo ingresso e solidarietà effettiva. Cruciale sarà anche la costruzione di una politica europea dei rimpatri dei non aventi diritto alla protezione internazionale accanto al pieno rispetto dei diritti dei rifugiati.

“L’unità è un dovere”

Questo è il terzo governo della legislatura: non c’è nulla che posa pensare fossa far bene senza il convinto sostegno del Parlamento. Oggi l’unità non è un’opzione, è un dovere guidato da ciò che, sono certo, ci unisce tutti: l’amore per l’Italia.

Governo Draghi: voto di fiducia in Senato

Nel suo primo discorso da primo ministro, l’ex governatore della BCE esporrà le linee guida dell’azione che intende portare avanti. Tanti i temi che toccherà, dal piano vaccinale, al Recovery plan, dagli interventi sul fisco al lavoro e alla scuola. Al di là dei problemi imminenti e contingenti, il neo Premier dovrebbe svolgere anche un’analisi sulle debolezze strutturali dell’Italia che precedevano la pandemia.

Il nuovo esecutivo dovrebbe contare su un’ampia maggioranza e vantare del sostegno di quasi tutte le forze politiche. Al momento gli oppositori dovrebbero infatti essere una quarantina al Senato e circa cinquanta alla Camera, compresi i pentastellati ribelli. Sono infatti diversi gli esponenti del Movimento che continuano a minacciare di votare no al governo e alle 21.30, prima del voto vero e proprio, si terrà un’assemblea dei deputati grillini in cui si stabilità la linea da tenere sul voto di fiducia.

Intanto alla vigilia della votazione è nato l’intergruppo tra le forze che sostenevano l’ex maggioranza del Conte bis e che ora appoggiano il nuovo esecutivo, vale a dire Partito Democratico, M5S e Liberi e Uguali. Alla base dell’iniziativa c’è la volontà di stringere l’alleanza di governo intorno ad un accordo programmatico che rilanci il paese partendo dall’esperienza del precedente esecutivo.