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Gori: "No al lockdown, occorre fare zone rosse dove serve"

Gori no lockdown zone rosse

Per Gori il lockdown non è la strada giusta da percorrere, meglio le zone rosse attivate con tempestività.

Il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, è stato uno degli ospiti dell’ultima puntata di Che tempo che fa su Rai3 in occasione dell’anniversario della scoperta dei primi casi in Lombardia che avevano dato il via all’incubo nella Regione, specie nella città da lui amministrata. “Era domenica 23 febbraio 2020 – dice Gori – pensammo che era strano che dalla Cina potesse arrivare così vicino a casa nostra, ma anche Alzano e Nembro, che sono a 5 km da Bergamo, ci sembravano comunque lontani”. Il resto è storia recente, con il primo cittadino orobico che ora si schiera dalla parte di chi dice no ad un nuovo lockdown, ma sì alla creazione di zone rosse mirate e attivate con tempestività.

Gori: “No al lockdown si alle zone rosse”

“Ho la sensazione – dice Gori – che la gente non abbia più paura e alla paura si sia sostituita la stanchezza. “Abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi – aggiunge – Credo che sia difficile in queste ore deciderlo, so che c’è una discussione anche tra Governo e Regioni, perché c’è la novità delle varianti e sembra che non siano più pericolose ma sono più velocemente trasmissibili”.

Questo però per Gori non richiederebbe un lockdown generale come invocato da Walter Ricciardi, ma anzi l’avvio di vere zone rosse create in maniera chirurgica nei singoli territori: “Questa settimana la regione Lombardia ha messo in zona rossa quattro comuni, sembrava impossibile un anno fa che la Regione decretasse la zona rossa e invece questa cosa si è fatta. E forse – conclude – si può anche pensare a delle chiusure selettive per province purché siano tempestive”.