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Sottosegretari, Borgonzoni alla cultura: "Non apro un libro da 3 anni"

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Lucia Borgonzoni, tra libri non letti e gaffe in campagna elettorale torna a ricoprire il ruolo di sottosegretaria alla Cultura.

Il governo Draghi ha finalmente nominato i sottosegretari cercando di equilibrare le assegnazioni in base alla rappresentanza parlamentare delle varie forze che compongono la maggioranza. Alla Cultura la sottosegretaria scelta è Lucia Borgonzoni della Lega, candidata ad inizio 2020 nelle elezioni Regionali in Emilia Romagna, poi perse in favore di Stefano Bonaccini del Pd. Si tratta di un ritorno per la Borgonzoni al dicastero della Cultura, visto che già nel governo giallo verde aveva ricoperto questo ruolo non senza commettere delle gaffe. Celebre, a tal proposito, è stata la sua intervista nel programma Un giorno da Pecora su Rai Radio 1 nella quale aveva ammesso di non aprire un libro da almeno 3 anni: “Leggo poco, studio sempre cose per lavoro. L’ultima cosa che ho riletto per svago è Il Castello di Kafka, tre anni fa”. L’esponente leghista aveva inoltre aggiunto: Ora che mi dedicherò alla cultura magari andrò più al cinema e a teatro“.

Lucia Borgonzoni è la sottosegretaria alla Cultura

Non si tratta purtroppo per la Borgonzoni di un caso isolato di brutta figura. Celebri sono quelle che hanno accompagnato la sua campagna elettorale in Emilia – Romagna quando aveva sostenuto che la Regione per la quale si candidava ad essere Presidentessa confinasse con il Trentino Alto Adige.

Come dimenticare poi la sua volontà di tenere aperti gli ospedali nel fine settimana “come in Veneto”. Un’uscita incomprensibile, forse espressione di un pensiero elaborato male ed esposto peggio. Fu proprio Bonaccini a schernire l’avversaria facendo leva su questa dichiarazione: “Informo la cittadinanza – disse il candidato del Pd in campagna elettorale – che in Emilia Romagna anche questo fine settimana il servizio sanitario sarà attivo, efficace ed efficiente come sempre. Salvini, non essendo di questa Regione, può certamente non saperlo. È più preoccupante che a non sapere queste cose sia la mia sfidante: chi si candida a presidente qualcosa dovrebbero prima impararlo”. Un po’ come dire chi vuol fare il sottosegretario alla Cultura forse qualche libro negli ultimi 3 anni avrebbe dovuto leggerlo.