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Recovery Plan, Draghi affida consulenza a McKinsey: proteste nel mondo politico

Governo

Il premier Mario Draghi ha scelto la società americana McKinsey come consulente per il Recovery Plan: la decisione ha generato polemiche tra i politici.

Il governo Draghi ha istituito una nuova task force composta da consulenti esterni che aiuterà l’esecutivo italiano a realizzare il Recovery Plan destinato a declinare l’utilizzo dei fondi europei nel Paese. La notizia ha generato sgomento e proteste tra gli esponenti del mondo politico.

Governo Draghi, McKinsey consulente per il Recovery Plan

Il Premier Mario Draghi ha deciso di affidare alla società statunitense McKinsey la consulenza relativa alla stesura del Recovery Plan. A questo proposito, una nota diramata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha chiarito: «La governance del Pnrr italiano è in capo alle Amministrazioni competenti e alle strutture del Mef che si avvalgono di personale interno degli uffici. McKinsey, così come altre società di servizi che regolarmente supportano l’Amministrazione nell’ambito di contratti attivi da tempo e su diversi progetti in corso, non è coinvolta nella definizione dei progetti del Pnrr. L’attività di supporto richiesta a McKinsey riguarda l’elaborazione di uno studio sui piani nazionali Next Generation già predisposti dagli altri paesi dell’Unione Europea e un supporto tecnico-operativo di project-management per il monitoraggio dei diversi filoni di lavoro per la finalizzazione del Piano».

In relazione alle cifre disposte per il pagamento della consulenza, il Mef ha reso noto quanto segue: «Il contratto con McKinsey ha un valore di 25mila euro +Iva ed è stato affidato ai sensi dell’art. 36, comma 2, del Codice degli Appalti, ovvero dei cosiddetti contratti diretti ‘sotto soglia’. Le informazioni relative al contratto saranno rese pubbliche, come avviene per tutti gli altri contratti del genere, nel rispetto della normativa sulla trasparenza».

Le proteste del mondo politico italiano

La notizia relativa al coinvolgimento della McKinsey nella scrittura del Recovery plan ha generato molte polemiche tra i politici italiani.

Partito Democratico

L’ex-ministro PD per gli Affari Regionali Francesco Boccia, ad esempio, ha affermato: «Con tutto il rispetto per McKinsey, se le notizie uscite oggi fossero vere, sarebbe abbastanza grave».

Allo stesso modo, un altro ex-ministro PD, Giuseppe Provenzano, ha chiosato la notizia con queste parole: «Un giorno trapela che Draghi il Recovery se lo scrive da solo. Oggi che, invece, ci lavora McKinsey. Un po’ di chiarezza? Dobbiamo richiamare i migliori nello Stato, magari tra i giovani, non delegare a privati esterni funzioni fondamentali. C’è una norma, si attui».

Sinistra Italiana

Alle proteste del PD si è unita la richiesta di un’interrogazione parlamentare avanzata dal segretario di Sinistra Italiana, Nicola Frantoianni, per spiegare le notizie trapelate: «Cosa sta succedendo a Palazzo Chigi? È vero che ad occuparsi del Recovery Plan sono dei tecnici esterni di una società di consulenza chiamati in gran segreto? Con quale mandato? Sulla base di quale decisione? Il precedente governo è stato ‘lapidato’ sulla governance che espropriava il Parlamento, la cosa sarebbe piuttosto grave. Oltre che grottesca. Intanto, in attesa che qualcuno risponda alle domande, presenterò una interrogazione parlamentare».

Liberi e Uguali

L’esponente di LeU Stefano Fassina, poi, ha postato su Twitter: «Il governo Draghi chiama McKinsey per la scrittura del Recovery Plan: i tecnici dei tecnici. No, così proprio non va. Così si umiliano le competenze delle pubbliche amministrazioni e si allontana l’accountability politica. Il Parlamento deve intervenire».

Movimento 5 Stelle

I deputati del Movimento 5 Stelle che compongono la Commissione Affari Costituzionali alla Camera, inoltre, hanno ribadito: «Il Parlamento e le articolazioni dello Stato devono essere centrali nella predisposizione del piano. Infatti, l’Italia è l’unico Paese che ha previsto un coinvolgimento costante delle Camere. Ci aspettiamo chiarezza e per questo depositeremo nelle prossime ore un’interrogazione parlamentare che faccia piena luce sulla vicenda e consenta al governo di dissipare ogni dubbio».

Fratelli d’Italia

Al pari di Nicola Frantoianni e del M5S, infine, anche Federico Mollicone di Fratelli d’Italia ha dichiarato che depositerà presto un’interrogazione parlamentare: «McKinsey, una società straniera, ottiene una consulenza per l’analisi di impatto: il governo dei migliori chiamato per scrivere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza fa peggio di Conte e affida valutazioni chiave a tecnici senza responsabilità. Il Parlamento deve essere centrale nella riscrittura del Pnrr, con più fondi per l’innovazione, la cultura, lo sport, l’editoria».

Il sostegno dei politici italiani al premier Draghi

Tra i politici che hanno apertamente sostenuto la scelta del premier, invece, c’è Carlo Calenda che ha twittato: «Consulenti McKinsey o altro, si usano per scrivere piani strategici straordinari. Quando hai bisogno di elaborazioni veloci e verifica di fattibilità su progetti. Ma se la guida rimane saldamente nelle mani dei Ministri non vedo alcun problema, anzi. No polemiche inutili».

Sulla scia di Calenda, anche il ministro per i Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà: «Il Mef ha chiarito che la governance del Pnrr è nelle mani delle amministrazioni pubbliche competenti e McKinsey non ha alcun ruolo nella definizione del Recovery Plan. Ora stop alle polemiche e avanti con il lavoro, non è il momento di ulteriori fratture».