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Nuovo segretario Pd: cresce il pressing su Enrico Letta

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Letta probabile nuovo segretario del Pd, ma servono certezze temporali e maggiore calma tra i dem.

Il prossimo fine settimana il Pd dovrà eleggere il suo nuovo segretario dopo le clamorose dimissioni di Nicola Zingaretti che hanno agitato le acque all’interno del centro sinistra. Da una parte la cosiddetta base riformista – che aveva in Renzi la propria guida – la quale vorrebbe subito un nuovo congresso, dall’altra coloro che invece erano dalla parte del segretario uscente e che preferirebbero un continuo rispetto alla storia recente dei dem. In tale ottica cresce il pressing sull’ex Presidente del Consiglio Enrico Letta, oggi fuori dalla vita politica, che in molti però vorrebbero alla guida del partito. Indiscrezioni al momento, anche se pare che lo stesso Letta abbia chiesto un po’ di tempo per pensarci.

Nuovo segretario Pd: cresce Letta

Contrari alla figura del destinatario del celebre #Enricostaisereno sono proprio gli ex fedelissimi di Renzi rimasti nel partito democratico, i quali però nell’assemblea interna rappresentano una minoranza e non avrebbero le forze necessarie per opporsi a questa ipotesi. C’è poi il fattore tempo che non è trascurabile. Un nuovo congresso richiederebbe tempi decisamente più lunghi e questo mal si sposta con la difficile situazione del Paese e soprattutto con il parere degli italiani che infatti non sembrano avere più voglia di vedere nella principale forza di sinistra questo continuo conflitto tra le correnti.

I sondaggi in tal senso sono molto chiari. Dopo le dimissioni di Zingaretti il Pd ha perso già molti punti passando, in quello si Swg per il TgLA7, da seconda a terza forza politica, dietro anche a Fratelli d’Italia con una quota di consenso pari al 16,6%. Urge dunque accelerare ed ecco che sembra ormai certo che l’assemblea da remoto si svolgerà nella giornata di domenica, quando con ogni probabilità conosceremo il nome del nuove segretario. Letta, dal canto suo, avrebbe chiesto delle certezze, quantomeno temporali visto che dopo l’uscita dalla politica ha impostato la sua nuova a Parigi, dove lavora come docente universitario. Lasciare tutto per poi trovarsi di nuovo senza impiego tra qualche mese non sarebbe per lui un’ipotesi allettante.