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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto con le nuove misure

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Pasqua in zona rossa, possibilità di visita ai parenti ed entrata automatica in lockdown con incidenza di 250 casi: le decisioni del Consiglio dei Ministri.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto contenente le misure restrittive da adottare per arginare la diffusione dei contagi che rimarrà in vigore dal 15 marzo al 6 aprile in sostituzione dell’attuale dpcm. Secondo quanto trapelato dalla bozza del provvedimento (CLICCA QUI PER LEGGERE IL TESTO) tutta Italia, eccetto le regioni bianche, entrerà in zona rossa per Pasqua. Intanto sono trapelati i primi dati del monitoraggio dell’ISS secondo cui l’indice di contagio italiano sarebbe salito a quota 1.16.

Consiglio dei Ministri sulle nuove misure

Il Ministro Speranza ha infatti confermato la decisione di istituire “una zona rossa di carattere nazionale dal 3 al 5 aprile, naturalmente eccetto le regioni in zona bianca“(attualmente solo la Sardegna). Secondo quanto si legge nella bozza dovrebbero però essere consentite, a Pasqua e Pasquetta, le visite ai parenti.

Il governo sta valutando l’ipotesi di far entrare in zona arancione anche le regioni che avrebbero i parametri da fascia gialla. Ciò vorrebbe dire che da lunedì 15 l’Italia sarà tutta tinta di arancione e rosso, con l’unica eccezione della Sardegna bianca. Non essendoci più zone gialle, dovrebbe saltare la riapertura di cinema e teatri originariamente prevista per il 27 marzo e su cui gli esperti avrebbero dovuto pronunciarsi dopo il 20.

Nella bozza del decreto si legge anche che nelle regioni arancioni sarà consentito, una sola volta al giorno e in ambito comunale, spostarsi verso un’abitazione privata nei limiti di due persone (esclusi i figli minori di 14 anni e i soggetti non autosufficienti) oltre a quelle ivi già conviventi. Lo spostamento è invece vietato in quelle rosse.

Sembra poi ormai certa l’istituzione del parametro dei 250 casi settimanali ogni 100 mila abitanti per l’entrata automatica in fascia rossa. Anche la soglia dell’indice di contagio che fa scattare il lockdown potrebbe scendere da 1.5 a 1.25 (cifra che attualmente decreta l’ingresso in arancione).

Prima del Cdm si era tenuto un incontro informale tra l’esecutivo, le Regioni, i comuni e le province alla presenza dei ministri Mariastella Gelmini e Roberto Speranza ma anche degli scienziati Agostino Miozzo (coordinatore del Cts), Silvio Brusaferro (presidente dell’ISS), e Franco Locatelli (presidente del CSS).

Pasqua in zona rossa

Il ponte di Pasqua purtroppo sarà triste e solitario come quello dello scorso anno. Aldilà del colore della propria regione infatti non si potrà andare da nessuna parte: resterà tutto chiuso. Ma non solo: l’uomo pasquale lo potremo scartare solo con i familiari con cui viviamo perché sarà vietato uscire per vedere amici e parenti. Prende sempre più corpo l’idea di chiudere le scuole fino a dopo Pasqua in tutte le regioni aldilà dei colori di appartenenza. Niente da fare neanche per bar e ristoranti: nel weekend saranno costretti a chiudere anche se in fascia gialla. Rimane in piedi l’idea di anticipare il coprifuoco alle 20. Questo però varrà solamente nei giorni festivi e pre festivi.

Le anticipazioni

Uno dei punti su cui si discuterà sarà il rafforzamento dei parametri per l’entrata in lockdown. In particolare dovrebbe essere definitivo lo scattare della zona rossa per tutti i territori che hanno un’incidenza settimanale superiore a 250 casi ogni 100 mila abitanti.

In dirittura d’arrivo anche una stretta in vista di Pasqua su modello di quella varata per il Natale. L’idea sarebbe quella di alternare zona rossa e zona arancione per evitare assembramenti e limitare al massimo i contatti tra persone non conviventi.

Il governo si esprimerà poi sull’ipotesi di introdurre nuove limitazioni per tutti i weekend. Inizialmente si era pensato ad una zona rossa con divieto di spostamento e chiusura di tutte le attività commerciali, ma questa strategia non è appoggiata da tutti i partiti e potrebbe essere oggetto di un compromesso. La Lega si è infatti già espressa in modo contrario rispetto all’introduzione di restrizioni nazionali.