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Conte lavora alla riorganizzazione del M5s, ma non senza intoppi

Conte lavora riorganizzazione M5s

Riorganizzazione del M5s: Conte ci lavora, ma non senza intoppi sui finanziamenti e sulle alleanze.

Il MoVimento 5 Stelle si riorganizza e la fa con la figura più carismatica espressa dallo stesso nel corso degli ultimi anni, vale a dire Giuseppe Conte. Quest’ultimo starebbe lavorando senza sosta per ristrutturare la creatura di Grillo e Casaleggio, ma gli ostacoli non sarebbero pochi. Va capita anzitutto la struttura direttiva, con un leader unico o un organo collegiale, va rifinanziato il partito e soprattutto va chiarito il ruolo nel MoVimento della con l’Associazione Rousseau dove il divorzio sembra sempre più vicino al reale anche in virtù dei pessimi rapporti di Grillo e i parlamentari pentastellati con Davide Casaleggio. Ad aiutare Conte in queste settimane ci sarebbero anche alcuni avvocati vicini ai 5 Stelle e Vito Crimi per fare da raccordo con i parlamentari.

Conte lavora alla riorganizzazione del M5s

Nodo cruciale sul quale Conte si giocherà molta della valutazione del suo lavoro di riforma è il sistema di rendicontazione interna. Stando a quanto riferito dal Corriere della Sera, ogni parlamentare dovrà restituire 3.000 euro ogni mese, di cui 1.000 andranno nelle casse del MoVimento e 2.000 euro di taglio dello stipendio che serviranno a finanziare i progetti 5 Stelle delle restituzioni. L’intoppo qui per Conte è molto chiaro: la cifra è considerata troppo alta, soprattutto perchè si è a poco più di due anni dalla fine della legislatura e circa la metà dei parlamentari 5 Stelle è certa di non essere rieletta. Serviranno garanzie in tal senso, ma Conte ha anche le mani legate visto e considerato che sono circa 2 parlamentari su 3 quelli che non hanno restituito quanto preso in questa legislatura, generando dei limiti di budget nel MoVimento.

C’è poi una questione, decisamente più politica, con l’ala più estrema dei pentastellati che continua a non vedere di buon occhio l’alleanza con il Pd. A guidare questa frangia ci sono Virginia Raggi e Alessandro Di Battista, che seppur fuori dai giochi ha ancora un grande potere sugli elettori del M5s. Conte dovrà chiarire le posizioni della sua forza politica e soprattutto tracciare una linea ideologica ben precisa scegliendo, una volta per tutte, da che parte delle partita si vuole stare.