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Giornata vittime di mafia, parla Mattarella: "Basta con la reticenza"

Sergio Mattarella

In occasione della Giornata in ricordo delle vittime della mafia, Sergio Mattarella ha ribadito la necessità di estirpare ogni fenomeno criminale.

“Estirpare le mafie è possibile e necessario. L’azione di contrasto comincia dal rifiuto di quel metodo che nega dignità alla persona, dal rifiuto della compromissione, della reticenza, dell’opportunismo”, così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto commemorare la Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, menzionando l’impegno che le persone comuni e servitori dello Stato hanno profuso nell’impedire che le organizzazioni criminali prendessero il sopravvento.

Giornata vittime della mafia, il comunicato di Mattarella

Nel comunicato emesso in occasione della giornata, il capo dello Stato ha poi aggiunto che: “La memoria è radice di una comunità. Fare memoria è condizione affinché la libertà conquistata continui a essere trasmessa e vissuta come un bene indivisibile. Ecco perché ricordare le donne e gli uomini che le mafie hanno barbaramente strappato alla vita e all’affetto dei loro cari, leggerne i nomi, tutti i nomi, non costituisce soltanto un dovere civico. È di per sé un contributo significativo alla società libera dal giogo oppressivo delle mafie, è affermazione di principi di umanità incompatibili con i ricatti criminali, è fiducia nella legalità che sola può garantire il rispetto dei diritti, l’uguaglianza tra le persone, lo sviluppo solidale”.

Dello stesso spirito anche le parole della presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, che nel suo intervento per commemorare la giornata ha dichiarato: “Solo quando le organizzazioni criminali verranno estirpate dai nostri territori, potremo dire di aver onorato davvero la memoria di tutte le vittime di mafia. Coltivare il ricordo di coloro che hanno perso la vita lottando per la legalità è un imperativo categorico. Lo Stato faccia sentire che c’è. Specialmente oggi, con l’emergenza economica aggravata dalla pandemia, è alto il rischio che i clan facciano da banche alle imprese e da ufficio di collocamento per chi perde il lavoro”.