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Polonia, le donne ucraine stuprate dai russi non possono abortire nel Paese

Calvario aggiuntivo in Polonia per le donne ucraine stuprate

Polonia, le donne ucraine stuprate dai russi non possono abortire: la procedura è consentita ma non c'è un procedimento penale di riferimento.

Dagli orrori in patria alla situazione paradossale nella Polonia, con le donne ucraine stuprate dai russi che non possono abortire nel Paese notoriamente antiabortista. L’allarme del Center for Civil Liberties sulla possibilità che le leggi di Varsavia facciano da diga ad una esigenza legittima fa il paio con lo scenario disegnato dal portavoce di Amnesty Italia. Il dato non empirico ma quasi certo è che le donne che dall’Ucraina sono fuggite in Polonia dopo essere state violentate ed essere rimaste incinte dei loro aguzzini non possono abortire secondo quanto previsto dalla legge di Varsavia.

Le donne stuprate possono abortire in Polonia

L’allarme lo ha lanciato Oleksandra Matviichuk avvocato per i diritti umani e a capo del Center for Civil Liberties: “Le donne ucraine che sono state violentate dai russi e scappate in Polonia non possono abortire lì. Secondo la legge polacca, l’aborto è consentito in caso di stupro, ma non esiste ancora un procedimento penale. Gli psicologi in Polonia la stanno convincendo che una nuova vita è meravigliosa”. Una situazione confermata anche da Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, in una intervista a Fanpage.

“Diritti sessuali e riproduttivi violati”

Ha spiegato Noury parlando di quello che ha definito l’aspetto “più grave” del lungo esodo delle donne violentate dalle truppe della Federazione Russa: “riguarda il fatto che in buona parte degli Stati che accolgono rifugiate hanno normative sull’interruzione di gravidanza è restrittive, in particolare in Polonia con le ultime decisioni della Corte Costituzionale. Il rischio è che le rifugiate non possano accedere a servizi di interruzione di gravidanza e che si trovino in situazione in cui i loro diritti sessuali e riproduttivi siano violati”.