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Ponte Morandi, Di Maio e Salvini: "Multa fino a 150 milioni"

decreto Genova

"Revoca concessione Autostrade e multa fino a 150 milioni", hanno detto Di Maio e Salvini. Con loro anche Toninelli. Poi la polemica contro Benetton

E’ qualcosa che non sarebbe mai dovuto accadere. Un dramma che si sarebbe dovuto evitare. Una tragedia da prevenire. Quelle vittime non ci sarebbero dovute essere. Oggi si piange sui loro feretri, ma nessuno restituirà i loro sorrisi alle rispettive famiglie. I soccorsi, fatti da vigili del fuoco, ambulanze e tanti civili, proseguono senza sosta. Non importa se il sole è tramontato, se l’angolo sembra particolarmente angusto. Genova è stata divisa tra Ponente e Levante, spezzato il suo cuore. Ma “non è in ginocchio”, ripetono in molti.

All’indomani della tragedia, numerose le polemiche aizzate contro i presunti responsabili. Si cercano risposte per fare chiarezza sull’accaduto. Per dare un nome e un cognome a chi non ha fatto quello che avrebbe dovuto. Solo così, almeno in minima parte, si farà giustizia nei riguardi di quelle vittime innocenti, inevitabilmente travolte e schiacciate da lamiere e giganteschi macigni. Alcuni esperti hanno fatto sapere che il ponte Morandi era da tempo oggetto di costante monitoraggio. Di Maio e Salvini non ci stanno. All’indomani della tragedia che ha colpito il capoluogo ligure, i vicepremier e altri ministri hanno detto la loro sul fatale incidente.

Lo scontro dei vicepremier

Luigi Di Maio e Matteo Salvini hanno annunciato l’intenzione di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia. Il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha chiesto immediatamente le dimissioni dei vertici. Inoltre, sta valutando la possibilità di trasferire la gestione dell’A10 all’Anas. Il giorno dopo il crollo del Ponte Morandi porta una dichiarazione di guerra senza precedenti alla società della holding Atlantia che gestisce la rete autostradale italiana. E con l’annuncio che presso la Prefettura di Genova, presente il premier Giuseppe Conte, si terrà un Consiglio dei ministri straordinario per approvare lo stato di emergenza con un decreto-Genova. Nel frattempo, in Borsa Atlantia non fa prezzo e si registrano perdite anche per gli altri titoli delle aziende concessionarie autostradali.

Numerose le vicendevoli accuse di sciacallaggio interno allo Stato. “Non si risiede a Palazzo Chigi per fare gli sciacalli, come sta purtroppo facendo sulla tragedia di Genova”, ha tuonato contro Di Maio il capogruppo dei senatori Pd Andrea Marcucci. La replica di Beppe Grillo sul suo blog non si è fatta attendere. Ha mandato un “vaffa a mille decibel agli sciacalli”. Poi ha chiesto una revisione generale “delle grandi opere pubbliche”.

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha ribadito la “necessità di un grande piano di investimenti pubblici in infrastrutture”. Quindi, di fronte a un’esigenza così schiacciante, ha rassicurato che si tratta di una “èriorità dell’attuale governo per i quali non ci saranno vincoli di bilancio”.

L’attacco di Toninelli

L’attacco del vicepremier grillino contro Autostrade per l’Italia segue di poco un post pubblicato su Facebook dal ministro dei Trasporti. I due si trovano allineati sulle stesse idee. “Alle società che gestiscono le nostre autostrade sborsiamo i pedaggi più cari d’Europa mentre loro pagano concessioni a prezzi vergognosi”. Sono state queste le prime parole di Toninelli, con cui tanti cittadini si sono detti concordi.

Quindi ha rincarato la dose, precisando che: “Incassano miliardi, versando in tasse pochi milioni e non fanno neanche la manutenzione che sarebbe necessaria a ponti e assi viari. I vertici di Autostrade per l’Italia devono dimettersi prima di tutto“. Ha concluso: “E visto che ci sono state gravi inadempienze, annuncio fin da ora che abbiamo attivato tutte le procedure per l’eventuale revoca delle concessioni, e per comminare multe fino a 150 milioni di euro”.

Ponte Morandi

“Autostrade non ha fatto la manutenzione”

Con queste parole anche Luigi di Maio ha dichiarato guerra ad Autostrade per l’Italia e a chi non ha fatto quanto di dovere.

“I responsabili hanno un nome e un cognome: Autostrade per l’Italia”. E’ cominciata così la sua intervista a Radio Radicale. “Dopo anni che si è detto che le cose dai privati sarebbero state gestite molto meglio, ci troviamo con uno dei più grandi concessionari europei che ci dice che quel ponte era in sicurezza. Queste sono scuse”, ha dichiarato. Poi ha precisato sulla scia del collega grillino Danilo Toninelli: “Autostrade doveva fare la manutenzione e non l’ha fatta. Prima di tutto si dimettano i vertici”. “È possibile in caso di inadempienze ritirare la concessione e far pagare multe fino a 150 milioni di euro. Incassa i pedaggi più alti d’Europa e paga tasse bassissime peraltro in Lussemburgo. Se un privato non è in grado, le gestirà lo Stato”, ha fatto sapere.

“Sia Autostrade per l’Italia, sia il gruppo Atlantia, che la controlla, hanno sede a Roma, in Italia, e in Italia pagano le tasse”. E’ stata questa la replica delle fonti della holding. Intanto il titolo di Atlantia ieri in Borsa è sceso del 5,3%, perdendo 1,1 miliardi di capitalizzazione. Subito dopo i primi attacchi dei ministri Di Maio, Salvini e Toninelli, sui social è cominciato un linciaggio mediatico contro la famiglia Benetton che controlla Autostrade per l’Italia attraverso Atlantia. È stato preso di mira anche il fotografo Oliviero Toscani. A tal proposito, Di Maio ha detto: “Questo governo non ha preso soldi dai Benetton, ma i Benetton che non sono solo quelli delle magliette ma sono quelli di Autostrade per l’Italia. Hanno finanziato le campagne elettorali di tutti i partiti del passato, di tutti i partiti del governo del passato”.

Ponte Morandi

Le parole di Salvini

Dopo i grillini Di Maio e Toninelli, anche Salvini interviene sul caso Genova. “La revoca delle concessioni è il minimo che ci si possa aspettare”, ha detto determinato a Radio24.

Poi ha aggiunto: “Da vicepresidente del Consiglio scriverò a tutti gli altri concessionari privati per chiedere quale parte dei loro bilanci è reinvestita in sicurezza”.

Ponte Morandi

La replica di Autostrade per l’Italia

Alla vigilia di Ferragosto, Stefano Marigliani, direttore Autostrade del Tronco genovese, aveva dichiarato che “non c’erano avvisaglie di pericolo”. Aveva inoltre precisato che erano in corso lavori di ordinaria manutenzione. Il 3 maggio scorso Società Autostrade aveva pubblicato un bando con procedura di gara “ristretta”. Questo per effettuare “interventi di retrofitting strutturale” sul ponte Morandi. Il costo sarebbe di poco superiore ai 20 milioni.

“Autostrade per l’Italia precisa che negli ultimi cinque anni (2012-2017) gli investimenti della società in sicurezza, manutenzione e potenziamento della rete sono stati superiori a 1 miliardo di euro l’anno”, hanno fatto sapere in un comunicato ufficiale. Poi hanno voluto aggiungere: “Ciò ha contribuito in maniera sostanziale all’innalzamento sulla rete di Autostrade per l’Italia del livello di sicurezza, misurabile attraverso l’abbattimento dei tassi di mortalità e di incidentalità, portato a livello di eccellenza in Europa”.

A proposito di ponte Morandi, la Spa fa sapere che “l’infrastruttura era monitorata dalle strutture tecniche della Direzione di Tronco di Genova con cadenza trimestrale. Così si seguivano le prescrizioni di legge e con verifiche aggiuntive realizzate mediante apparecchiature altamente specialistiche”. Inoltre: “Le strutture tecniche preposte si sono avvalse di società ed istituti leader al mondo in testing. Ma anche di ispezioni sulla base delle migliori best practices internazionali. Così è stato possibile valutare lo stato di manutenzione del viadotto e l’efficacia dei sistemi di controllo adottati”.

“Gli esiti delle attività di monitoraggio e verifica svolte dagli autorevoli soggetti esterni hanno sempre fornito alle strutture tecniche della società adeguate rassicurazioni sullo stato dell’infrastruttura. Questi stessi esiti sono stati utilizzati come base per la progettazione degli interventi di manutenzione sul viadotto approvati dal ministero dei Trasporti”.