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Pontida, stand calabrese al raduno della Lega

Stand calabrese a Pontida

A Pontida 2018 il verde si mescola al blu e i prodotti calabresi convivono con gli striscioni che inneggiano alla secessione.

Ai tempi di Umberto Bossi e di Roberto Maroni, nessuno si sarebbe aspettato di vedere uno stand con prodotti tipici calabresi a Pontida. Fin dal 1990, lo storico raduno della Lega (Nord) è stato il simbolo di un partito politico che ha fatto della secessione e della superiorità del nord la propria bandiera. Ma i tempi sono cambiati e davanti al palco, su cui campeggia “Salvini premier”, i militanti leghisti possono acquistare specialità di tutta la penisola, fino all’estremo sud.

L’evoluzione di Pontida

Non molto tempo fa, Pontida era sinonimo di maglie verdi e invocazione dell’indipendenza della Padania da Roma e da tutto il sud Italia. Oggi le cose sono diverse e niente lo sottolinea meglio dello stand della Calabria. I leghisti di vecchia data non hanno mai fatto mistero della propria convinzione circa la superiorità del nord sul Mezzogiorno, considerato la vera radice delle difficoltà italiane. Ma da quando le redini del partito sono saldamente nelle mani di Matteo Salvini, il Po non segna più un confine invalicabile.

La Calabria a Pontida

“Ieri notte qui ragazzi da Sicilia, Puglia, Calabria, Veneto, Emilia e Toscana ballavano e si divertivano”, ha sottolineato Salvini durante il suo intervento.

Un solo capitano da nord a sud

Siciliani e calabresi festeggiano il successo elettorale del nuovo ministro e vicepremier accanto a lombardi e veneti, dimentichi dei vecchi slogan della Lega. In realtà, qualche slogan resiste. Nella stessa edizione di Pontida convivono la ‘nduja e lo striscione che inneggia alla secessione.

I mille volti della Lega

Salvini è stato in grado di prendere la Lega di Bossi e di Maroni e di trasformarla in un’entità politica molto diversa, ottenendo risultati straordinari alle elezioni (sia nazionali che comunali) e aumentando a dismisura il consenso a tutti i livelli. Per farlo, ha compreso che era necessario ampliare il consenso e includere anche coloro che tradizionalmente erano sempre rimasti esclusi: gli elettori meridionali. Nella Lega di oggi, lo scontro non è più tra nord e sud, ma tra italiani e immigrati. Su bandiere e magliette, si è passati da “prima il nord” a “prima gli italiani”.

Ma la transizione non è ancora completata e Pontida offre uno spaccato di tutte le sfumature che coesistono ancora tra gli elettori leghisti.

Il raduno della Lega a Pontida

Il blu è il colore ufficiale della nuova Lega, ma sono in molti a preferire lo storico verde. Sul palco campeggiano i simboli e gli slogan del partito di oggi, con le parole d’ordine “il buonsenso al governo” e “prima gli italiani”. Tante le scritte che sostengono “Salvini premier“, in un clima di costante campagna elettorale nonostante le elezioni siano terminate da tempo e il governo si sia ormai insediato. Ma numerosi a Pontida sono i partecipanti che, col volto dipinto e gli scudi in mano, sventolano le bandiere con il guerriero padano e il classico slogan “prima il nord”

"Prima il nord" e volti dipinti

Bossi e Maroni

I due storici leader del partito sono i grandi assenti al raduno di Pontida 2018. Bossi ha dichiarato di non poter partecipare a causa del mal di schiena, mentre Maroni continua a mantenere le distanze dalla nuova Lega. Nonostante ciò, Salvini ha voluto ricordarli: “Non smetterò mai di ringraziare chi mi ha dato la voglia, l’entusiasmo e la passione per cominciare. Si chiamano Umberto Bossi e Roberto Maroni”.

Presenti invece molti governatori dei diversi partiti di centrodestra: i “nordici” Attilio Fontana (Lombardia), Luca Zaia (Veneto) e Massimiliano Fedriga (Friulia Venezia Giulia), ma anche Giovanni Toti per la Liguria, Nello Musumeci dalla Sicilia, Donato Toma per il Molise e Nicoletta Spelgatti dalla Valle D’Aosta.