Wifi gratis: a Pordenone è lotta tra il sindaco e i profughi. Bloccata la connessione gratuita nei parchi e nelle strutture pubbliche.
Il wifi gratis è ormai una delle risorse più richieste e più utilizzate da tutti gli utenti che dispongono di uno smartphone in grado di connettersi ad Internet. La comodità della rete wifi è data dall’accesso gratuito, senza quindi necessità di spendere dati di traffico o di dover possedere nome utente e password.
Se in Paesi come gli Stati Uniti il wifi è praticamente presente in moltissimi luoghi pubblici come bar, ristoranti, pub e musei (solo per citarne alcuni), in Paesi come l’Italia il wifi è sì presente nelle strutture pubbliche, ma in zone “limitate” come i parchi e qualche altra struttura pubblica. Proprio per il continuo ritrovo in zone pubbliche come i parchi, a Pordenone sono partite le prime lamentele e polemiche al riguardo.
La manifestazione sulla Rete solidale ha avuto risonanza mediatica, tanto da farne un proprio e vero caso. Il Comune di Pordenone ha deciso di bloccare il wifi libero perchè troppe persone – soprattutto profughi – lo sfruttavano gratuitamente.
Il parco di San Valentino ha accolto la manifestazione dei cittadini e dei profughi richiedenti al Comune di riaprire l’accesso al wifi nelle zone libere e nelle aree pubbliche. La decisione del Sindaco di Pordenone (al quale poi si è unito anche quello di Udine) si è generata dall’ammassarsi di troppe persone nei parchi e nelle zone in cui non erano richiesti dati di accesso per la connessione internet.
La decisione del sindaco Alessandro Ciriani si è generata in seguito alle lamentele di molti cittadini friulani, che avevano segnalato come questi assembramenti non fossero sani e adatti a zone come i parchi, normalmente frequentanti da famiglie con bambini. Oltre a questioni di sicurezza, quindi, si aggiungerebbero anche motivi legati al decoro cittadino: vedere ammassi di persone nello stesso luogo solo per avere la connessione gratuita, non è sicuramente una bella immagine per la città.