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Postbiotici nuova frontiera della nutrizione non solo per neonati

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Milano, 10 giu. (askanews) - Ancora dei passi avanti negli studi e nella conoscenza del ruolo che i postbiotici giocano nella nutrizione dei bambini e non solo, contribuendo al benessere e rafforzando il sistema immunitario. Ma cosa sono esattamente probiotici e postbiotici? "Con probiotici - ha s...

Milano, 10 giu. (askanews) – Ancora dei passi avanti negli studi e nella conoscenza del ruolo che i postbiotici giocano nella nutrizione dei bambini e non solo, contribuendo al benessere e rafforzando il sistema immunitario. Ma cosa sono esattamente probiotici e postbiotici? “Con probiotici – ha spiegato ad askanews Roberto Berni Canani, professore di pediatria all’università Federico II di Napoli – intendiamo degli organismi vivi, che sono in grado di avere un effetto benefico sulla salute dell’uomo. Sono generalmente batteri che derivano dal microbiota intestinale di un soggetto sano. Con postbiotici intendiamo invece degli organismi inattivati, uccisi dal calore per esempio, che sono per comunque in grado di esercitare un effetto positivo sull’uomo”.

E se fino a oggi i postbiotici sono stati usati soprattutto nell’alimentazione dei neonati, ora i loro effetti positivi si possono estendere anche ad altre fasce di età, tanto da rappresentare una sorta di nuova frontiera dell’alimentazione funzionale. “I postbiotici – ci ha detto Maria Rescgino, docente di Patologia generale e vicerettore dell’università Humanitas di Milano – possono essere una nuova frontiera alimentare, perché coniugano i processi nutrizionali degli alimenti a delle attività funzionali, legate proprio alla fermentazione. E quindi abbiamo tutti gli aspetti funzionali importanti della fermentazione senza i possibili effetti collaterali che, come per esempio le coliche, sono i principali problemi associati alla fermentazione nel bambino”.

Tra le evidenze scientifiche più forti ci sono gli studi realizzati alla clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano sull’alimentazione dei neonati. “Tecnicamente – ci ha spiegato Fabio Mosca, presidente della Società italiana di neonatologia, nonché docente all’Università degli Studi di Milano e direttore dell’Unità di neonatologia della Clinica Mangiagalli del Policlinico milanese – abbiamo visto che dando ai neonati sani e nati a termine del latte che conteneva postbiotici abbiamo trovato nelle loro feci un aumento delle immunoglobuline A, che sono delle sostanze che aiuteranno il bambino a difendersi dalle infezioni e abbiamo anche trovato un microbiota che si avvicina di più a quello dei neonati allattati al seno”.

Gli studi scientifici che hanno permesso di arrivare a questi risultati sono il frutto di una piattaforma di ricerca che ha unito diversi istituti d’eccellenza italiani, sostenuta da Kraft-Heinz. “La piattaforma dei postbiotici – ci ha detto Andrea Budelli, presidente Kraft-Heinz per la business unit Continental Europe – è nata come idea per trovare un ingrediente che avesse un’attività biologica concreta e dimostrabile e che fosse al tempo stesso possibile veicolare attraverso tutti gli alimenti che vengono normalmente consumati dai bambini”.

Ricerca, ma anche valorizzazione delle produzioni italiane, sono al centro della strategia del gruppo nel nostro Paese. “Plasmon – ha aggiunto Luigi Cimmino Caserta, Public & Government Affairs di KH-Plasmon – nel 2019 ha siglato un protocollo d’intesa con il ministero delle Politiche agricole e si è impegnata a valorizzare la filiera agroalimentare italiana per gli alimenti per l’infanzia. E’ un impegno concreto, poiché si è deciso di passare da 16mila a 25mila tonnellate di acquisto di materie prime italiane in cinque anni”.

Italianità che riguarda anche i team di ricerca scientifica. “Così come nel campo dei probiotici – ha aggiunto il professor Berni Canani – anche in quello dei postbiotici i ricercatori italiani sono dei pionieri. Siamo tra i primi ad avere iniziato delle ricerche in questa direzione e ancora oggi i nostri lavori sono tra i più citati in letteratura”.

“Utilizzare centri italiani – gli ha fatto eco Andrea Budelli – non è stata solo una scelta campanilista, anche se noi come azienda promuoviamo il Paese attraverso l’utilizzo delle materie prime o la produzione, ma è relativa al fatto che l’Italia è davvero un’eccellenza in campo nutrizionale e clinico , soprattutto per le tematiche di interesse per lo sviluppo di questa piattaforma. Abbiamo tra i migliori immunologi, allergologi e clinici al mondo”.

E nell’ottica di valorizzare anche i giovani pediatri, Plasmon insieme a vari atenei italiani organizza il Progetto Academy, con un focus sul tema della nutrizione dei bambini.

“Avere la possibilità di poter interagire con ingegneri, agronomi, sociologi, con chi in questo momento ha anche un ruolo di mediatore culturale, grazie ai mezzi che può mettere a disposizione un’azienda come la nostra – ha concluso Cimmino Caserta – ci permette di lanciare questi giovani medici in un network di carattere internazionale”.