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Povertà, disoccupazione, reddito di cittadinanza e Community Center: la situazione in Italia

Povertà

Aspetti di uno stesso problema, povertà, disoccupazione e reddito di cittadinanza saranno al centro del dibattito politico. La situazione in Italia.

Secondo i dati più recenti, in Italia, una persona su quattro è a rischio povertà o esclusione sociale. In termini assoluti, un totale che ammonterebbe a circa 17 milioni di persone.

I poveri cosiddetti ‘assoluti’ sarebbero invece circa 4,6 milioni, cioè una persona su 13 (l’8% della popolazione totale). Per povertà assoluta si intendono condizioni di vita in cui non si hanno a disposizione sufficienti e continuative risorse alimentari, una casa riscaldata, vestiti e mezzi per l’istruzione e la salute personale.

Fra i poveri assoluti rientra un minore ogni dieci, per un totale pari al 10,9%, in costante aumento nell’ultimo decennio (la percentuale, nel 2007, era circa un terzo di quella attuale).

I ricchi, secondo le analisi Oxfam, sono invece pochissimi. Nel 2016, l’1% della popolazione italiana deteneva il 25% del totale della ricchezza nazionale netta. Un patrimonio più di 400 volte più grande di quello di cui è in possesso il 20% più povero degli italiani. Ad aggravare la situazione, c’è anche il dato relativo al fatto che questa disuguaglianza tende ad ampliarsi, visto che negli ultimi decenni il 10% più ricco della popolazione ha visto per sé un incremento di reddito di circa 365 euro pro capite mentre il 10% più povero non è andato oltre i 3,7 euro pro capite.

Le ricette della politica per il contrasto alla povertà

Tutti i partiti politici hanno allo studio una proposta per contrastare il fenomeno della crescente povertà nel nostro Paese. In conseguenza del nesso diretto fra povertà e progetti di inclusione sociale divenuto, per così dire, conclamato a seguito dell’esplosione della crisi economica 2007 / 2008, le proposte dei partiti si concentrano di fatto sul reddito di cittadinanza e su sue più o meno significative variazioni.

Il Movimento 5 Stelle propone il reddito di cittadinanza “per un valore pari ai 6/10 del reddito medio equivalente familiare (15mila euro nel 2013), quantificato per la persona singola nell’anno 2014 in euro 9.360 annui e euro 780 mensili”.

Il Partito Democratico propone invece il lavoro di cittadinanza, un intervento sociale che mira a garantire un impiego a chiunque ne faccia richiesta ma le cui specifiche sono al momento ancora allo studio.

Due invece le proposte di Forza Italia. La prima una campagna di aiuti consistente nel garantire un’occupazione di tre mesi a chiunque ne faccia richiesta, con successivi tre mesi di indennità di disoccupazione. La seconda un piano di sostegno alle famiglie con aiuti economici e sociali (supporto per la ricerca di un impiego).

Che cosa sono i Community Center

Inaugurati da Oxfam a Torino, Firenze, Catania e Arezzo, i Community Center “sono centri di ascolto”, come ha spiegato la presidente Maurizia Iachino, “rilevamento dei bisogni, orientamento e supporto a tutte quelle persone non ancora prese in carico dai servizi istituzionali, la cui situazione, senza un aiuto, è destinata ad aggravarsi”.

Lo scopo di questi centri è quello di fornire supporto a coloro che si trovano in difficoltà sociali e economiche. Sostegno in ambito educativo (specie ai più giovani), informazioni sui servizi già offerti dallo Stato e sulle modalità per la richiesta, mediazione sociale per le famiglie, orientamento nel mondo del lavoro i principali servizi offerti.

L’intero sistema dei Community Center è basato su una raccolta fondi sostenuta da Rai per il Sociale e da TV2000. Le donazioni sono possibili tramite un sms o chiamata al numero 45528 (operatori Wind Tre, Tim, Vodafone, Poste Mobile, Coop Voce, Tiscali, TWT, Convergenze, Infostrada, Fastweb) oppure ancora tramite il sito ufficiale Oxfam Italia.

La disoccupazione è destinata ad aumentare?

Secondo diversi esperti (sociologi soprattutto, anche se non mancano vari economisti), la disoccupazione è destinata ad aumentare. Le cause sono molteplici, perché si va dalla conformazione stessa del sistema economico neo liberista (a proposito dell’evoluzione del sistema economico, come notato in alcuni recenti studi, oggi le tre maggiori società della Silicon Valley valgono circa 1000 miliardi in borsa e occupano 137 mila dipendenti, mentre 25 anni fa, le tre maggiori aziende manifatturiere americane valevano 36 miliardi e occupavano quasi 1,2 milioni di dipendenti), all’aumento e all’invecchiamento della popolazione terrestre, dal problema delle disuguaglianze sociali e di reddito, al proliferare di sistemi automatizzati (robot compresi) destinati a cancellare sempre più posti di lavoro.

In quest’ottica, il problema del contrasto alla povertà non sarebbe più da ritenere una misura eccezionale conseguente a una specifica situazione legata al ciclo economico, ma l’avvisaglia di una nuova organizzazione di cui la società del futuro dovrà dotarsi.

D’altra parte, non mancano le critiche sostanziali a ogni progetto di inclusione sociale, reddito di cittadinanza incluso. L’osservazione degli scettici è relativa al fatto che, nell’accettare supporti o aiuti di qualunque natura, i poveri – e con loro l’intera popolazione – dovrebbero ritenere legittimo l’intero sistema economico. Ovvero, proprio quel sistema che ha fatto di loro dei poveri e insinua il concetto che le disuguaglianze sociali ed economiche siano qualcosa di naturale e inevitabile.