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Presidenziali Usa: spot russi presero di mira Stati in bilico

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Facebook ha presentato un dossier su tremila inserzioni che sarebbero state gestite da esponenti russi. Questi avrebbero falsato così le presidenziali Usa, in particolare negli stati dove il voto era più incerto.

La Cnn ci riporta nuovi sviluppi sul Russiagate, ossia all’influenza russa sulle presidenziali Usa. Sembra che l’influenza del governo russo fosse particolarmente mirata a manipolare il voto negli stati dove era più incerto, come il Michigan o il Wisconsin. Ciò sarebbe stato fatto con una campagna pubblicitaria mirata su Facebook. Se fosse così, unito alle recenti indagine sull’utilizzo delle mail private, l’immagine e il ruolo di Donald Trump subirebbero un’ulteriore mazzata.

Presidenziali e pagine false

È un po’ sospetto che la società russa Internet Research Agency abbia comprato in periodo ancora più sospetto più di tremila inserzioni su Facebook. Inanzi tutto abbiamo una rete di 470 account e pagine Facebook false, collegate a identità non reali e gestite da mani russe. Gli ads individuati ammontano a un importo complessivo di 150mila euro, anche se la piattaforma non esclude ce ne possano esser altri (non tutte le informazioni fornite al procuratore Mueller sono state ovviamente rese pubbliche). A dircelo è un dossier preparato proprio dal social network di Mark Zuckenberg. Questo documento è stato consegnato alle Commissioni del governo americano che stanno indagando sul Russiagate. Bisogna verificare l’effettiva influenza che possano aver avuto sulle elezioni presidenziali Usa.

Come hanno riportato i media statunitensi, i contenuti delle pagine comprendevano, oltre alla propaganda contro l’Islam, anche riferimenti alla difesa dei diritti gay, al parere favorevole sul possesso di armi, all’ideologia anti-immigranti e al supporto agli attivisti afroamericani. Questi post sarebbero stati visualizzati da più di 10 milioni di utenti di Facebook, e una grossa parte delle visualizzazioni è avvenuta entro l’8 novembre, data del voto per la Casa Bianca.

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Ads targettizzati

Alex Stamos, il capo della sicurezza di Facebook, ha anche comunicato che un quarto degli ads erano targettizzati, cioè mirati, geograficamente, in aree molto precise (anche se non ha detto se si riferisse agli stati oscillanti americani). Bisogna poi osservare che né Facebook né twitter hanno fornito spontaneamente le informazioni che vi sto riferendo: vi sono spinte da un organo americano che sta indagando – con poteri speciali – sull’interferenza della Russia nelle elezioni presidenziali, che hanno portato alla vittoria di Donald Trump.

Facebook e controlli

Facebook ha annunciato un aumento dei controlli sui contenuti che vengono pubblicati sul social network. Mille persone, più quelle che già ci stanno lavoreranno, controlleranno i post valutando quanto siano minacciosi o violenti. In particolare si vuole colpire la promozione della vendita di armi.

Anche Twitter coinvolto?

Secondo Mark Warner, politico statunitense del Partito Democratico, anche Twitter dovrebbe procedere ad un dossier similare a quello di Facebook. Il social network dei 140 caratteri potrebbe aver subito un’azione analoga da parte di entità russe. Infatti, falsi account si possono benissimo creare anche su Twitter, quindi non è illogico il ragionamento di Mark Warner. Le presidenziali statunitensi potrebbero essere state influenzate anche da cinguettii in verità russi.