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Prima a scuola, poi in Dad e poi di nuovo a scuola: in Campania la politica fa peggio del Covid

scuola in campania

Le divergenze fra Draghi e De Luca gettano la scuola nello scompiglio: la testimonianza della maestra Giovanna.

Il 2022 per le insegnanti campane non è iniziato nel migliore dei modi. Sabato 8 gennaio hanno ricevuto una comunicazione ufficiosa dove comunicavano che da lunedì 10 probabilmente si sarebbe ritornati in DAD e domenica 9 l’hanno passata al telefono con mamme e rappresentanti di classe preoccupate da questa situazione. Non solo, hanno dovuto organizzare il lavoro per la DAD, che è completamente differente da quello che si svolgerebbe normalmente in classe.

La maestra Giovanna insegna alla scuola elementare Elsa Morante, a Quarto, in provincia di Napoli. Ieri, 10 gennaio, in DAD, era presente tutta la classe, tra cui bambini positivi al Covid e bambini in quarantena avendo familiari positivi, pronta ad affrontare nuovamente questa sfida. Però, nel pomeriggio di lunedì il TAR ha sospeso l’ordinanza numero 1 del 2022, varata venerdì sera, firmata dal presidente della Regione De Luca, che disponeva il ritorno delle lezioni in DAD, dalle materne alle secondarie di primo grado, fino al 29 gennaio. Queste le parole del TAR:

Considerato che neppure risulta che la regione Campania sia classificata tra le “zone rosse” e dunque nella fascia di maggior rischio pandemico e che il solo dato dell’aumento dei contagi nel territorio regionale, neppure specificamente riferito alla popolazione scolastica (nei confronti della quale, peraltro, come detto operano le vigenti disposizioni precauzionali in caso di accertata o sospetta positività) e peraltro neppure certo (posto che se ne lamenta al contrario l’incertezza derivante dall’incompleto tracciamento) e la sola mera possibilità dell’insorgenza di “gravi rischi”, predicata in termini di eventualità, non radicano (né radicherebbero) per sé solo la situazione emergenziale, eccezionale e straordinaria, che, in astratto, potrebbe consentire la deroga alla regolamentazione generale, a tacer d’altro perché già considerati, e ampiamente, dal legislatore nazionale.

A presentare il ricorso sono stati i genitori, che hanno chiesto che le scuole riaprissero per poter far vivere una normalità ai loro figli. Però non tutti i genitori sono d’accordo a mandarli a scuola. Le stesse mamme che chiamavano la maestra, domenica 9 gennaio, preoccupate per la DAD, sono le stesse che oggi 11 gennaio non hanno mandato i propri figli a scuola. Nella classe della maestra Giovanna, oggi erano presenti solo 9 bambini su 22. Che scuola sarà quella del 2022? Una scuola di alti e bassi, una scuola in DAD o in presenza? Lo chiediamo alla maestra Giovanna. La sua storia è come quella di tante altre maestre.

Cos’è successo tra sabato e domenica per voi maestre?

Tra sabato e domenica è successa una vera e propria rivoluzione in quanto noi maestre eravamo nell’incertezza di come si sarebbero riaperte le scuole: se in presenza o a distanza. C’è stato bisogno di contatti continui con la rappresentante di classe per far sì che tutti i genitori fossero informati. Inoltre il weekend è stato caratterizzato dalla preparazione della lezione che si sarebbe svolta a distanza, che si differenzia tantissimo da una lezione in presenza. Ovvero preparare schede di presentazione per rendere il lavoro più fruibile per bambini della scuola primaria.

Come hanno reagito le mamme?

Le mamme della mia classe erano state invitate precedentemente, quando si pensava che si sarebbe rientrati in presenza, a produrre un documento, in cui si dichiarava che i bambini non avessero problemi correlati al Covid. Di 22 bambini solo 8 hanno fornito il documento in quanto i genitori erano favorevoli alla DAD fin dall’inizio.

Come si svolge il lavoro in DAD?

Lunedì 10 gennaio la giornata è iniziata alle ore 9:00 ed è terminata alle ore 13:00 con intervalli di 10 minuti ogni ora. La lezione si imposta facendo delle varie presentazione di schede, libri di testo online e spesso aiutandosi con la lavagna jamboard utilizzandola come se fosse una vera e propria lavagna. I bambini hanno il microfono chiuso e intervengono per alzata di mano o su richiesta dell’insegnante, altrimenti sarebbe impossibile condurre la lezione.

Oggi si sono presentati solo 9 bambini, come hanno giustificato l’assenza le mamme?

La maggior parte delle mamme non hanno mandato i propri figli a scuola per paura e per il freddo che si sarebbe patito nelle classi dopo la chiusura delle vacanze natalizie e anche perché le finestre delle classi sono perennemente aperte per il ricambio dell’aria. In merito a quest’ultimo fattore c’è da sottolineare che tutte le scuole d’Italia non sono dotate di sistema di ventilazione comfort per il ricambio d’aria, cosa molto utile per combattere il COVID. Quindi noi insegnati e bambini siamo tutto il giorno con il cappotto per non soffrire il freddo.

Quanto destabilizzano le mamme, i bambini e le insegnanti questi continui cambiamenti?

Questi cambiamenti destabilizzano tanto noi insegnanti perché da un giorno all’altro abbiamo dovuto impostare il lavoro in DAD e poi subito per il lavoro a scuola. Molte mamme lavoratrici hanno difficoltà quando c’è la DAD perché non hanno nessuno che si occupi dei propri figli e restano a casa con loro rinunciando alla giornata di lavoro. I bambini? Oggi ho fatto loro una domanda: “Meglio oggi a scuola o ieri in DAD?” La loro risposta è stata “Oggi maestra”, questo perché a scuola hanno i loro amici e socializzano maggiormente in presenza.

Che scuola sarà quella del 2022?

La scuola è cambiata con il COVID e ha messo le insegnanti di fronte a una realtà che non conoscevano: la DAD. In questi 2 anni passati ci siamo autoformate per poter condurre una lezione in modo alternativo. Sono stati attivati pacchetti informatici che ci hanno permesso di avere una vera e propria classe virtuale nella quale venivano svolte le lezioni, assegnati i compiti con la restituzione degli stessi per la correzione. Il lavoro con la DAD è raddoppiato e non termina con le lezioni sincrone, ma ci sono anche tante ore svolte asincrone con preparazione delle attività e correzione degli elaborati.

La scuola non è più quella tradizionale, abbiamo acquisito in questi anni elasticità e competenze informatiche che ci hanno consentito di continuare a insegnare, ma la scuola è quella che si vive in presenza.