> > Al via il processo a Marco Cappato, radicale che accompagnò Fabo al suicidio

Al via il processo a Marco Cappato, radicale che accompagnò Fabo al suicidio

marco cappato

È iniziato oggi il processo a Marco Cappato, il radicale che accompagnò dj Fabo in una clinica svizzera per il suicidio assistito.

E’ cominciato a Milano davanti alla Corte d’Assise il processo a carico di Marco Cappato per aver aiutato dj Fabo a raggiungere la Svizzera dove ha ottenuto il suicidio assistito. L’accusa è aggravata dall’aver “agevolato” la morte del 40enne, cieco e tetraplegico in seguito a un incidente stradale, rafforzando il suo “proposito di suicidio”. I giudici hanno ammesso la trasmissione del video girato dalle Iene sulla sofferenza e l’agonia che Fabo ha sopportato.

Marco Cappato

Marco Cappato, politico italiano dei Radicali e dell’Associazione Luca Coscioni, è promotore del Congresso mondiale per la libertà di ricerca, nonchè primo sostenitore della campagna Eutanasia legale. Cappato, però, è divenuto noto soprattutto per l’aiuto dato a dj Fabo nel raggiungere la clinica priva svizzera nella quale effettuare il suicidio assistito.

A seguito di questo fatto, fu lo stesso Marco Cappato ad autodeunciarsi e a chiedere il giudizio immediato perchè, come ha espresso lui stesso, voleva che in Italia finalmente si potesse discutere di come aiutare i malati ad essere liberi di decidere fino alla fine. Sia quando lottano per vivere, sia quando decidono di fermarsi. In una intervista aveva infatti dichiarato: “Il processo sarà un’occasione per discutere ed è bene che sia il prima possibile”.

Un’altra occasione è, o forse meglio sarebbe. quella della politica. Ma è un’occasione che procede a passi lenti. Dopo l’approvazione alla Camera dello scorso aprile, la proposta di legge sul testamento biologico è ferma al Senato.

Oggi Marco Cappato rischia fino a 12 anni di carcere perchè le accuse a suo carico rientrano nella violazione dell’articolo 508 del codice penale, il quale recita: “Chiunque determina altri al suicidio o rafforza l’altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da 5 a 12 anni”

Interpretazione dell’accusa

Ad interpretare l’accusa mossa a Marco Cappato è Marilisa D’Amico, docente di diritto costituzionale all’Università Statale di Milano. Secondo la D’Amico l’accusa sarebbe quanto meno discutibile perchè: “Marco Cappato ha sì aiutato dj Fabo a recarsi in Svizzera per la pratica del suicidio assistito, così come lo ha aiutato nel reperire le informazioni, ma l’accusa di istigazione al suicidio è inconsistente: Fabo aveva già deciso e applicare questa norma in merito alle questione del fine vita è una follia”.

Anche perchè a ragionare in tema di fine di vita, prosegue la docente: “la stessa incongruenza della norma, relativamente a questo aspetto e a questo caso, emerge analizzando più a fondo la legge, che non punisce chi tenti di procurarsi il suicidio, riconoscendo dignità alla volontà della persona, all’autoderminazione. La stessa che si chiede di riconoscere con le leggi sul fine vita, con il riconoscimento delle libertà in materia della propria vita”.

Il video delle Iene

Di “particolare rilevanza probatoria” è stato definito dai pm il girato dell’intervista andata in onda alle Iene e l’ascolto del giornalista Giulio Golia che la realizzò. Il video shock sarà proiettato in aula per dimostrare le condizioni fisiche in cui si trovava Fabiano Antoniani e la lunga agonia cui sarebbe andato incontro nel morire senza supporto medico-farmacologico, se fossero stati semplicemente staccati i macchinari che lo tenevano in vita.

I legali di Cappato, gli avvocati Massimo Rossi e Francesco Di Paola, si sono associati alle richieste dei pm, chiedendo e ottenendo inoltre che vengano ascoltati come testi l’anestesista Riccio, la madre e la fidanzata di dj Fabo. L’ascolto di questi ultimi è indicato anche nella lista della procura che comprende anche il medico curante di Antoniani.

Nel video si vede Fabo chiedere a Giulio Goilia, inviato delle Iene, di fare una prova: “fatti immobilizzare e metti una benda che non ti faccia vedere nulla e resta così per una settimana. Così potrai sapere come sto io. Non resisteresti nemmeno un giorno”. Qiesto e altro ancora diceva Dj Fabo in un’intervista rilasciata a gennaio scorso a Giulio Golia.