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Prof denigrato dopo aver cacciato ragazzino dalla classe

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Professore di Treviso, picchiato dal padre di un alunno che lo aveva cacciato dalla classe, viene sottoposto a procedura disciplinare dalla scuola.

Giuseppe Falsone, professore di scienze e matematica di una scuola media, viene sottoposto a procedura disciplinare dopo avere subito lesioni dalla famiglia di uno studente che aveva “osato” condurre fuori dall’aula. La scuola: “E’ la prassi”.

Studente ribelle

Il 21 dicembre 2017, presso la scuola media di Casteller di Paese, in provincia di Treviso, le lezioni si stavano svolgendo regolarmente quando è suonata la campanella dell’intervallo. Come da regolamento, tutti gli alunni della classe in cui insegna il prof Falsone escono dall’aula, tranne uno, un ragazzino di origine rom che ha già dato qualche grattacapo ai docenti della scuola. L’insegnante, dunque, si reca dal 13enne e lo invita a uscire, essendo una delle norme vigenti all’interno dell’istituto. Lo studente giustifica la sua ribellione dicendo di avere freddo, ma il professore insiste, gli appoggia una mano sulla spalla e lo accompagna in cortile.

E’ bastato questo semplice gesto a scatenare l’ira dei genitori del ragazzo rom, che, dopo due giorni di telefonate minatorie al professore, si sono presentati a scuola e lo hanno colpito sulla nuca e sul volto, denigrato e umiliato. Alla colluttazione ha partecipato anche il fratello del ragazzino. Le forze dell’ordine si sono diretti immediatamente sul posto e hanno raccolto le testimonianze dei presenti, mentre il docente è stato condotto al pronto soccorso, dove gli sono stati assegnati cinque giorni di prognosi.

scuola casteller di paese

Le conseguenze

Al ritorno dalle vacanze natalizie, la situazione che si presenta all’insegnante è a dir poco sconvolgente. Con stupore del professor Falsone, nei confronti dello studente non viene preso alcun provvedimento, mentre contro di lui viene avviato una “contestazione d’addebito”, cioè un vero e proprio procedimento disciplinare. La scuola spiega tale misura come un atto dovuto, anche a sua tutela, dopo l’esposto dei genitori del 13enne, ma il docente si dichiara profondamente contrario al provvedimento. “La scuola così non funziona, quale messaggio educativo diamo ai nostri ragazzi?”, si chiede esterrefatto, sostenuto dai genitori degli altri alunni della scuola media, i quali hanno manifestato tutta la loro solidarietà nei confronti del professore. Falsone ha scritto una lettera alla ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, denunciando di essere stato l’unica vittima dello spiacevole accaduto e rimarcando la gravità dell’ingiuria subita.

Precedenti

Il fatto è accaduto in un periodo minato da una sequela di atti di violenza all’interno delle mura scolastiche. Recente l’aggressione, a Santa Maria a Vico, della professoressa Franca di Blasio, accoltellata al viso da uno studente che era stato interrogato contro la sua volontà.