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Allarme proiettile nella busta: minacce a pm anarchici e No-Tav

proiettile

Una busta con all'interno un proiettile è stata intercettata alle Poste di Torino: era destinata al Pm Andrea Padalino che indaga sul terrorismo No-Tav

Un proiettile calibro 7.62 è stato trovato all’interno di una busta destinata al Pubblico Ministero della Procura di Torino Andrea Padalino. Il proiettile da fucile è stato rinvenuto in seguito al controllo effettuato nell’Ufficio Postale di smistamento a Torino, dopo il passaggio sotto il metal detector. La Polizia, avvisata dai dipendenti delle Poste, ha provveduto al sequestro della busta e del suo contenuto. All’interno, oltre al proiettile, non sono stati rinvenuti biglietti o messaggi che possano far risalire al mittente. Padalino ha già subito minacce in passato: al momento è titolare delle indagini sui gruppi anarchici, sui gruppi autonomi e sui No Tav. Nessuno ha presentato rivendicazioni e sarà la Digos a condurre le indagini sul caso.

Le minacce a Padalino

Il proiettile trovato questa mattina nell’Ufficio delle Poste di Torino non è, però, la sola minaccia ricevuta da Andrea Padalino in questi anni. All’inizio della sua carriera Padalino è stato giudice per le indagini preliminari nell’inchiesta di Mani Pulite. Trasferito a Torino come Pubblico Ministero ha coordinatori operazioni antidroga e indagini su movimenti eversivi. Noto il suo impegno con i No-Tav, per il quale ha anche partecipato ad un’operazione in Val Susa, esponendosi in prima persona.

Ecco perchè sono proprio i No-Tav i sospettati numero uno: potrebbero essere loro nascosti dietro l’invio della busta anonima con il proiettile da fucile. La Digos continuerà ad indagare per far luce sul caso, partendo anche dalle minacce che Paladino ha ricevuto nel corso della sua lunga carriera di magistrato.

Nel 2016 sul web

Un sito anarchico aveva diffuso sul web, nel 2016, frasi contro Andrea Padalino. “Tutto fa brodo – si leggeva sul sito – e Padalino se lo mangia tutto. Che stia attento alle congestioni“, minacciavano gli anarchici. La frase faceva riferimento ai provvedimenti restrittivi che il magistrato aveva notificato ad un gruppo di anarchici che avevano impedito l’esecuzione di uno sfratto, minacciando le autorità presenti.

Padalino, che coordinava l’inchiesta sullo sfratto, è stato preso di mira dal sito anarchico che aveva definito il suo discorso in aula “un farfugliamento“. Anche in questo caso la Digos aveva condotto le indagini, ma l’identificazione dei mittenti era già palese all’interno del sito internet. Nel frattempo gli anarchici coinvolti nel provvedimento di Padalino sono tornati in libertà, dopo che il Tribunale del Riesame ha annullato i provvedimenti perchè privi di valenza penale.

In strada nel 2014

Due anni prima il Pubblico Ministero di Torino era già stato vittima di minacce. La Digos aveva, infatti, indagato su una scritta minacciosa apparsa su un condominio della capitale piemontese. “Padalino – avevano scritto sulla facciata – terrorista è tua madre“. La minaccia, comparsa alla mattina, era un chiaro riferimento al processo che Padalino stavo portando avanti contro il terrorismo No-Tav. Le indagini, in quell’occasione, avevano condotto all’arresto di quattro attivisti per i quali Padalino e il collega Antonio Rinaudo avevano emesso il mandato d’arresto con l’accusa di terrorismo.