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Proteste no Green pass, cosa succede se si blocca il porto di Trieste?

Portuali

Continuano le proteste contro il Green pass. I portuali di Trieste hanno annunciato il blocco. Cosa succederà?

Continuano le proteste contro il Green pass. I portuali di Trieste hanno annunciato il blocco. Cosa succederà?

Proteste no Green pass, cosa succede se si blocca il porto di Trieste?

Se venerdì 15 ottobre la protesta dei portuali, che chiedono l’eliminazione dell’obbligo di Green pass per i lavoratori, dovesse diventare una realtà, la conseguenza potrebbe essere quella di un ritorno a marzo 2020. Cosa vuol dire? Significa che le merci saranno introvabili, le consegne in ritardo e tutte le attività produttive rallentate. “Un porto per le attività di un Paese è come la bocca per il corpo umano: se non ci si sfama, il corpo deperisce. Se un porto non funziona, tutte le attività si fermano” ha spiegato Alessandro Ferrari, direttore di Assoterminal. “Quasi il 70% delle merci che servono per le industrie, per la produzione ma anche per i servizi alla persona arriva o transita attraverso i porti italiani” ha aggiunto. Si parla di un valore di 500 miliardi di euro in un anno. L’eventuale blocco varrebbe la perdita “decine di milioni di euro“. Tutto rischia di tornare come all’inizio della pandemia, con disagi logistici e scaffali vuoti.

Proteste no Green pass: i porti

I porti più “caldi” sono quelli di Trieste e Genova, che rappresentano il 40% della portualità italiana, e sono i primi che stanno minacciando il blocco. Meno quello di Livorno, mentre a Napoli tutto sembra sotto controllo. “La stima dei lavoratori portuali non vaccinati è del 20%, un dato simile ad altri comparti” ha spiegato Ferrari. Ma anche i portuali vaccinati sono pronti a portare avanti le proteste contro il Green pass. Al momento le aziende possono decidere la strategia migliore, come pagare i tamponi o avere prezzi calmeriati. A dare il via è stata la circolare del Viminale, che invitava le imprese a mettere a disposizione tamponi gratuiti. La stessa circolare è stata smentita. “È assurdo ricevere direttive così confuse a 48 ore da venerdì. Nei 18 mesi trascorsi, da quando è iniziata la pandemia, il protocollo attivato ha funzionato, altrimenti avremmo avuto focolai di Covid tutti i giorni. Perchè, allora, non possiamo continuare con le stesse regole applicate finora?” ha aggiunto Ferrari.

Proteste no Green pass: la speranza di Assiterminal

Rispetto alle proteste annunciate da Stefano Puzzer e dai portuali triestini (e non solo), la speranza, anche da parte di Assiterminal, è che il 15 ottobre “prevalga il buon senso: tutti colori che capiscono la situazione e si attengono alle regole non possono essere penalizzate in questa che ormai è diventata una guerra tra poveri“. “È sbagliato puntare tutto sui controlli rivolti al singolo lavoratore, ed è paradossale che un terminalista debba prendersi in carico di fare i controlli sul Green pass di tutti quelli che transitano nella sua area di competenza. La normativa deve essere più chiara, deve calarsi nella realtà dei fatti” ha concluso Ferrari.