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Qatargate, Eva Kaili si dice innocente. L’avvocato: “I soldi? Erano in casa sua ma non lo sapeva”

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Eva Kaili si è dichiarata innocente per quanto riguarda il Qatargate, nonostante il ritrovamento di sacchi di denaro nella sua abitazione.

L’ex vicepresidente dell’Europarlamento, Eva Kaili, si è dichiarata innocente e sta tentando di dimostrare di non essere implicata nel Qatargate. La posizione della politica greca è stata espressa dal suo legale. Intanto, la Grecia ha deciso di aprire un’indagine per corruzione e riciclaggio di denaro contro la donna.

Qatargate, Eva Kaili si dice innocente: le parole del legale

Si è dichiarata “innocente” l’ex vicepresidente del Parlamento europeo di nazionalità greca, Eva Kaili. Mentre il suo compagno Francesco Giorgi ha vuotato il sacco sul Qatargate, la donna ha optato per una via diversa: piuttosto che confessare, negare. Negare sempre.

Tramite il suo avvocato Michalis Dimitrakopoulos, infatti, Kaili ha fatto sapere di non avere “alcun coinvolgimento con i soldi che sono stati trovati”. Parlando alla tv greca ANT1, il legale ha dichiarato che la sua assistita “era nella casa in cui è stato trovato il denaro, ma quando ha visto i soldi, non ha avuto una risposta convincente sulla loro origine e ha subito chiesto che uscissero di casa. Suo padre si è preso la responsabilità di essere il corriere, perché non c’era nessun altro”.

L’avvocato: “I soldi? Erano in casa sua ma non lo sapeva”

Commentando la rimozione dalla carica di vicepresidente del Parlamento Ue, invece, Kaili ha affermato che “se fossi presidente, farei lo stesso fino a quando il caso non sarà chiarito”. A questo proposito, tuttavia, l’avvocato ha precisato che tutte le azioni e le iniziative “della signora Kaili sono state approvate dal Parlamento europeo. Non c’era un’agenda personale, tutto era una decisione politica del Consiglio europeo e della Commissione e non solo del Parlamento europeo e della signora Metsola”.

Nel frattempo, Kaili risulta indagata anche in Grecia. Nel Paese, è stata aperta un’inchiesta per stabilire se la donna sia colpevole di corruzione e riciclaggio di denaro. Pertanto, il procuratore Christos Bardakis si è rivolto alle autorità belghe per entrare in possesso del fascicolo che riguarda l’ex vicepresidente. Nel caso in cui non fosse indagata in Belgio per gli stessi reati, la procura greca proseguirà nelle indagini.