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Quali sono le opere più famose di Kandinsky

Kandinsky

Per Kandinsky la pittura è un atto puramente spirituale. Le sue opere evidenziano lo stretto nesso tra l'arte e  la dimensione spirituale.

Wassily Kandinsky, nato a Mosca nel 1866, è stato uno dei pionieri dell’arte astratta moderna. Grazie al padre, ricco commerciante di tè, comincia presto a viaggiare con la famiglia. Saranno proprio i luoghi da lui visitati a fissarsi nella sua mente e nella sua anima con tutte le variazioni di colore. Caratteristica inconfondibile delle sue opere è l’intensa relazione tra il colore e la forma, al fine di creare un’esperienza estetica che coinvolga la vista, l’udito e tutte le emozioni più profonde. Per Kandinsky la pittura è un atto puramente spirituale. Attraverso i suoi dipinti cerca di trasmettere la spiritualità e la profondità delle emozioni umane, utilizzando un linguaggio visivo fatto di giochi di forme astratte e colori che oltrepassano i confini culturali e fisici.

Caratteristiche della sua pittura

Kandinsky vedeva l’arte non figurata e astratta come il modo ideale per esprimere la “necessità intima” di un artista e per trasmettere emozioni forti e idee universali. Si considerava un “profeta”, con una missione ben precisa: condividere il suo ideale con il resto del mondo per migliorare la società. Pittore amante e della musica, che considerava come la forma più trascendente di arte non figurata. Questo perché i musicisti, utilizzando solo i suoni, riuscivano e riescono tuttora a evocare immagini negli ascoltatori. Ecco quindi che il suo obiettivo principale era quello di realizzare dei quadri privi di oggetti materiali, ma spiritualmente ricchi che, in qualche modo, alludessero al suono e alle emozioni da esso prodotte.

Lo stile dei primi anni

Kandinsky crebbe con una zia, grazie alla quale imparò ad apprezzare “l’arte” nel suo significato più vasto e profondo. Suonava il violoncello e, in seguito cominciò a dedicarsi alla sua più grande passione: la pittura, prendendo lezioni da un maestro di disegno. Studiò legge a Mosca e, in seguito, si stabilì nel quartiere di Schwabing, centro di una vasta comunità di artisti, rivoluzionari russi, scrittori, musicisti e creativi di ogni genere.

I suoi dipinti dei primi anni del XX secolo sono paesaggi eseguiti a spatola. Dapprima i colori sono ombrosi, per poi diventare di una intensità quasi fulva. Raffigura anche temi fantastici, tratti dalla tradizione russa o dalle leggende del medioevo tedesco. Questo suo primo periodo si caratterizza per la sperimentazione tecnica, in particolare per l’uso della tempera su carta scura, al fine di creare l’illusione di una superficie illuminata da dietro in trasparenza.

La consistenza del tono chiaroscuro cancella ogni distinzione tra sfondo e figure, portando ad una composizione quasi astratta.

Uno dei dipinti più famosi di Kandinskij è “Il cavaliere blu” (1903), che ispirò il nome di uno dei gruppi più influenti nella storia dell’arte moderna: “Der Blaue Reiter”. Il quadro, sebbene sia uno dei primi, presenta già una forte impronta di astrattismo. Un altro quadro molto interessante è “Primo acquarello astratto” (1910), il primo acquarello di puro astrattismo realizzato da Kandinsky. In questo dipinto, nelle macchie più scure i colori predominanti sono due: il rosso e l’azzurro, che l’artista considera in relazione tra loro. Questi due colori si trovano, infatti, sempre insieme: il rosso, colore caldo, tende a espandersi; l’azzurro, colore freddo, tende invece a contrarsi. “Improvvisazione 10” (1910) è un dipinto significativo in quanto l’improvvisazione nel disegno e nel colore suggerisce un’immagine concreta. Si tratta di uno dei suoi primi “dipinti astratti”. Nel 1911 dipinge “Composizione 11”: un aneddoto racconta che Kandinsky pensò di aver completato il quadro solo quando la sua assistente lo urtò accidentalmente, facendolo cadere di lato e cambiando involontariamente la prospettiva, rendendo così il dipinto perfetto. “Improvvisazione 26” (1912), è invece un’improvvisazione di musica.

Le sue “improvvisazioni” e “composizioni”

Kandinsky intitolava spesso i suoi quadri come pezzi musicali, chiamandoli “improvvisazioni” e “composizioni”. “Studio del colore: quadrati con cerchi concentrici” (1913), è uno studio geometrico e cromatico nell’ambito dell’astrattismo. Un altro importante dipinto di Kandinsky è “Bianco, Rosso, Blu” (1925), uno studio sul potenziale dei colori primari che adornano la geometria composizionale e, infine, “Successione” (1935) che, segnando l’ultimo periodo artistico del pittore, si può definire quasi come una composizione musicale. I campi diventano più chiusi, fluidi e definiti nella forma, mentre le composizioni presentano elementi sparsi. L’artista sta infatti tornando alle radici dell’astrattismo.

Caratteristiche dei dipinti di Kandinsky

Le opere di Kandinsky rappresentano, in maniera esplicita, le sue teorie sull’uso del colore, evidenziando un nesso molto stretto tra l’arte e la dimensione spirituale. Il colore può infatti sortire un duplice effetto sullo spettatore: il primo decisamente “fisico”, quindi più superficiale e basato sulle sensazioni del momento; il secondo “psichico”, quindi più profondo e spirituale, attraverso il quale il colore raggiunge l’anima. Il rosso, per esempio, risveglia l’emozione del dolore; il giallo indica irrazionalità; l’azzurro indifferenza, distacco; il blu è profondo; il verde rappresenta la quiete, l’arancione energia e movimento e così via.

La sua continua ricerca di nuove forme, lo ha condotto ai limiti dell’astrazione geometrica, regalandoci una collezione di arte astratta che non ha paragoni.