La domanda arriva quasi sempre dopo che si è tenuto: quanto costa indire un referendum? In realtà non esiste una “tariffa fissa” per l’esercizio della democrazia diretta di cui a volte ignoriamo il valore etico ed il prezzo materiale, ma i costi variano ovviamente da tornata a tornata a seconda di variabili importanti come il tipo di quesito e la situazione socio economica dell’Italia al momento del voto. Diciamo che oggi un referendum, a voler fare la media statistica fra gli ultimi, non dovrebbe costare meno di 250 milioni di euro.
Quanto costa indire un referendum?
A proposito dell’ultimo, quello sulla giustizia che non ha raggiunto il quorum, in questi giorni circola una stima abbastanza “gonfiata”, quella per cui quei quesiti sarebbero costati allo Stato 400 milioni di euro. E quelli più recenti? Il referendum costituzionale del dicembre 2016, quello che per intenderci costò Palazzo Chigi all’allora premier Matteo Renzi, pare ebbe un costo complessivo di circa 300 milioni.
Sul taglio dei parlamentari spese lievitate
Quello sul taglio dei parlamentari sarebbe costato 350 milioni ma la situazione pandemica ne avrebbe fatto lievitare i costi fino ad oltre 400, a contare le spese di sanificazione e per i Dpi. Non è un caso che a gennaio 2020 l’ex deputato M5s Alessandro Di Battista aveva fortemente criticato la scelta di indire un referendum per confermare la riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari, scrivendo su Facebook che “un referendum costa a noi contribuenti circa 350 milioni di euro”. E Renzi, come commentò l’altro referendum quello sulle trivelle, indicandone il prezzo? L’allora segretario del Pd parlò di “300 milioni di euro” buttati via.