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Quello fra la Pascale e Salvini non è stato uno scontro fra "titani"

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Sui social Salvini quando non nega se stesso per lo più è impegnato a dare pennellate posticce di "peace and love". E Francesca Pascale?

No, quello a distanza sugli immancabili social tra Francesca Pascale e Matteo Salvini sul tema del genderismo, delle famiglie arcobaleno e sui grandi mattoni etici di ogni società che voglia definirsi civile non è stato affatto uno scontro al vertice. Allo stesso sono mancati grip, piglio e precondizioni minime affinché noi oggi potessimo parlare del tema con l’epos che meriterebbe. E il tema è uno solo, sia chiaro: quello di una lotta di libertà e bellezza che progressivamente travolga ogni sovranismo d’accatto.

Perché il dato è netto: se è vero in iperbole che non dovrebbe esistere neanche discussione dove si parla di libertà individuali è altrettanto vero che quando a discuterne sono due personaggi così poco “skillati” allora a perdere nerbo è la forma, prima del merito stesso. Matteo Salvini, che ad onor del vero stavolta è stato chiamato in causa più come nemesi storica che come parte attiva, è un evergreen delle uscite ruvide con annesse retromarce soft.

Pascale e Salvini: niente scontro di titani

Sui social Salvini quando non nega se stesso per lo più è impegnato a dare pennellate posticce di “peace and love” su ciò per cui ha lavorato fino a diventare totem arcigno e massimalista, in pratica un ossimoro vivente. Insomma, che lui sia burbero leader leghista o piacione membro di governo poco cale: l’inaffidabilita’ come risultato finale è garantita.

E Francesca Pascale? Con lei il discorso è più sottile ma porta alle stesse conclusioni. No, nei panni della pasionaria LGBTQ che diventa amazzone falciante la Pascale non ci sta affatto bene e per motivi che hanno poco a che vedere con il suo vissuto arcoriano e moltissimo a che vedere con esso al contempo. La Pascale ha attaccato Salvini sul mainstream del sovranismo dando per scontato che esso sia la nicchia concettuale in cui per definizione la teoria gender è l’omogenitorialita’ non avranno mai cittadinanza.

Lo zelo degli ex che non convince

In buona sostanza, e contando che il suo pare lo zelo degli ex o dei conversi, per stare in sintonia con un evento che da Milano proclamava la libertà di essere e vivere come si è ha limitato essa stessa la libertà di migliaia di persone che hanno idee politiche di destra ma sono omosessuali.

Tutto questo senza dimenticare poi la assoluta e sacrosanta discrezione della stessa evaporata in poche ore, discrezione di una persona che ha fatto la sua scelta di vita inoppugnabile senza strombazzamenti social ma che poi si è sentita il diritto, legittimo ma sottilmente fariseo, di trasformarsi in una pasionaria. In una che in mezz’ora ha litigato praticamente con tutti quelli che ha incasellato nella categoria “altri”.

Dove “gli altri” non esistono

Nel mondo che la Pascale vuole e per il quale la Pascale lotta il concetto di “altri”, la riva opposta del fiume, il lato oscuro della forza non esistono. Esiste la forza di un’idea di amore che dovrebbe essere universale, normale e normata.

Esiste la battaglia buona che non ha nemici da crotalizzare ma ostacoli da superare. Ma tutto questo abbisognava di una tenzone in cui si cimentassero titani. E invece per Milano se le sono date solo le seconde linee e i supporters più di pancia.

E se le sono date malissimo.