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Queste settimane sono ideali per accumulare e investire, ma occorre pazienza

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La tempesta prima o poi passerà e saranno stati i nostri comportamenti a fare la differenza. Quando sarà cessata potremo raccogliere solo un pugno di mosche o gettare le basi per nuovi successi.

Da un attento esame sulla propensione al rischio degli investitori in generale si nota come per tutte le fasce di età e per tutte le tipologie di fondi, i risparmiatori non gradiscono posizionarsi nelle fasce di rischio estreme determinate in base agli indicatori KIID, un documento che affianca l’offerta di qualsiasi fondo comune, e comprese fra 1 e 7, una scala che va dal profilo più cauto (1) a quella più aleatorio (7).

Il KIID sintetizza le informazioni più rilevanti per un investitore riguardo ad un fondo di investimento. In generale, due terzi degli investimenti dei risparmiatori hanno un grado di rischio compreso tra 1 e 4. L’80% della raccolta dei fondi italiani ha un grado di rischio incluso tra 1 e 5, valore che scende al 60% tra i prodotti esteri a distribuzione accentrata. Il 50% circa delle masse dei fondi oltre confine ha un grado di rischio superiore a 4.

Complessivamente, i prodotti inclusi nella classe di rischio 3-4 sono principalmente inclusi nei portafogli degli investitori ultrasettantenni mentre le classi più rischiose vengono prescelte da chi ha meno di 40 anni. Si denota quindi una maggior inclinazione al rischio nei giovani mentre per i risparmiatori più anziani la propensione al rischio diminuisce per i fondi oltre confine ed è meno accentuata per i fondi italiani dove spicca la componente flessibile e obbligazionaria e le classi di rischio più significative sono quelle intermedie.

I dati italiani non sono equiparabili a quelli evidenziati a livello globale dove poco meno del 40% degli investitori ha manifestato la volontà ad incrementare la sottoscrizione di prodotti ad alto rischio con una inclinazione sempre più accentuata tra gli investitori under 40 abbastanza in linea con il dato casalingo. Parallelamente il 30% dei risparmiatori italiani è però disposto ad aumentare il grado di rischio dei propri investimenti, percentuale che cresce se si prende in considerazione la fascia più giovane.

Proprio per ottenere rendimenti più elevati molte persone hanno deciso di investire in asset che prima giudicavano troppo pericolosi, come titoli azionari biotech e farmaceutici, fondi esposti al mondo dei veicoli elettrici, nomi di internet e tecnologici. Sono proprio queste le tipologie di nuovi investimenti effettuati per la prima volta nel 2021 dagli investitori italiani ed è possibile che sia l’inizio di un trend destinato a crescere, con un focus sull’investimento azionario globale di lungo termine.

I migliori investitori hanno cioè capito così che è importante essere pazienti. Il mercato ha i suoi tempi che raramente si sincronizzano perentoriamente con i nostri. Quando le cose non accadono istantaneamente con un investimento non è difficile sentirsi avviliti , immaginare che qualcosa non ha funzionato e rinunciare. Ma l’altro atteggiamento che i migliori conoscono bene è l’umiltà. Sanno che i mercati hanno i loro principi, a volte imprevedibili. L’umiltà consente di evitare errori di analisi tali da pregiudicare gli esiti degli investimenti. È poi opportuno focalizzarsi su aree che ben si conoscono e, contemporaneamente, ampliare assiduamente le proprie conoscenze.

Se si analizzasse adeguatamente il rischio, estromettendo ciò che non si comprende, sarebbero ridotti di tanto anche gli equivoci. I migliori investitori hanno capito cioè che l’obiettivo dell’investimento dovrebbe essere eliminare le cose che hanno un’elevata possibilità di generare perdite. Cose che non si comprendono bene, che producono equivoci e disattenzioni. Ogni crisi è una fase di riequilibrio. Una pausa prima di ripartire.

La storia insegna. E non è difficile capire come queste, per chi ha liquidità e tempo, per chi diversifica, sono eccezionali opportunità per acquistare a prezzi bassi e migliorare le performance dei nostri investimenti. Se c’è chi vende per paura c’è sempre qualcuno, razionale, che acquista. Chi dispone di liquidità allungando l’orizzonte temporale dei propri investimenti dovrebbe guardare a queste settimane come quelli ideali per accumulare e investire, ma occorre pazienza. Vince chi ne ha di più.

Noi, investiti da mille problematiche finanziarie, sappiamo comunque che la tempesta prima o poi passerà e saranno stati i nostri comportamenti a fare la differenza. Questi sono i momenti che ci devono indurre a ponderare, a mettere a frutto gli insegnamenti del passato a capire il valore della pianificazione, della diversificazione e della qualità della consulenza. È il momento delle scelte che cambieranno il futuro nostro e dei nostri figli. E quando la tempesta sarà cessata potremmo raccogliere solo un pugno di mosche o gettare le basi per nuovi successi.