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Quirinale, il linguaggio politico: chi è il candidato di bandiera?

Il Quirinale

Tra i tanti termini che accompagnano le elezioni per sancire il nuovo inquilino del Quirinale abbiamo il candidato di bandiera. Scopriamo a cosa serve

In questi giorni si stanno sentendo molti termini sconosciuti alla maggior parte degli italiani, tra questi: candidato di bandiera. Riflettendo, non è troppo difficile dedurre chi sia questa figura ignota a più persone, ma va comunque spiegato di chi si tratta.

Il linguaggio delle elezioni per il Quirinale: il candidato di bandiera

Un candidato di bandiera non è nient’altro che una figura politica che rappresenti un partito, che ne rispecchi gli ideali e linee politiche. Spesso però non deve essere necessariamente affiliata a quel partito, ma nella maggior parte dei casi è così. La bandiera è un simbolo, qualcosa da mostrare per farsi riconoscere, da qui il nome che prende questo tipo di candidato. Il candidato di bandiera serve ad un partito per dire: “Eccoci, siamo in corsa con“, “Vogliamo che questo nome ci rappresenti“. Il candidato di bandiera è una pedina del grande scacchiere che è la politica italiana, un pedone da lanciare per fare la prima mossa. Nella maggior parte dei casi, come negli scacchi, viene sacrificato per capire che strategia utilizzare (in questo caso su quanti voti potrebbe contare un determinato partito) ai danni di una personalità più forte e che goda di un ampia maggioranza.

Quante possibilità di salire al Colle ha un candidato di bandiera?

Un altro termine abusato in quest’ultimo mese è proprio questo: ampia maggioranza. Il presidente della Repubblica non si sceglie in base ad una percentuale o un numero basso di consensi. C’è bisogno che si raggiunga un Quorum estremamente alto, in questo caso 505 voti. In queste condizioni, viene difficile pensare che un candidato di bandiera possa avere molte possibilità di salire al Quirinale. Il tanto ambito Colle è da sempre stato rappresentato da figure più vicine alla sinistra, sebbene appartenessero a partiti indipendenti o non fossero quasi mai troppo schierati. Giustamente, l’inquilino del Quirinale non deve fare interessi di partito, ma deve essere un garante della Costituzione; per questo si cerca sempre una figura super partes.

Le ultime proiezioni e l’avanzata del centrodestra

Ciò non significa che nel 2022, questa consuetudine non scritta non possa cambiare. Il centrosinistra, insieme al Movimento 5 stelle, hanno tirato fuori dal cilindro il primo nome: Andrea Riccardi. L’ex ministro, dovrebbe dunque essere il candidato di bandiera della coalizione giallo-rossa. Passando al centrodestra, invece, si sono fatti tanti nomi ed alcuni candidati di bandiera, tra cui Silvio Berlusconi sono già stati “bruciati” dalla conta ancora prima che si procedesse al primo scrutinio. Ma le sorprese in queste elezioni per il presidente della Repubblica sono dietro l’angolo e, oggi, 28 gennaio 2022, per la prima volta, un candidato legato al partito Forza Italia ha raggiunto un numero ingente di voti. Si tratta della presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati. La Casellati si è aggiudicata ben 382 voti e al momento risulta essere anch’essa “bruciata”. Nonostante ciò, il quinto scrutinio, potrebbe rivelarsi un fallimento per il centrodestra in quanto mancano i numeri. La destra con la carta Casellati contava sull’appoggio dei renziani, ma i voti non sono arrivati. Ora la destra dovrà trovare un altro nome o cercare di ottenere qualche voto per la Casellati anche dai loro rivali politici per ambire al Colle. Per il sesto scrutinio sono attese molte schede bianche ed astensioni, soprattutto da parte della destra, che quasi non può più permettersi di “bruciare” altri nomi.