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Radioattività in Veneto: ancora un mistero le cause

Radioattività

Rutenio radioattivo rilevato dalle stazioni Arpav di Padova, Belluno e Vicenza: episodi anche nel Lombardo, in Austria e in Svizzera. La Francia: "Un sito radioattivo a sud degli Urali".

Radioattività a Belluno, Vicenza e Padova: le tracce di Rutenio 106 non sono solamente un fenomeno locale. Le stesse sostanze, di origini radioattive, sono state infatti rinvenute anche in altri laboratori del nord Italia e di alcuni paese europei, tra cui la Svizzera e l’Austria. Rimane, però, un mistero la provenienze e le cause del rilevamento di queste sostanze nelle sedi italiane ed europee. I rilevamenti sono stati effettuati il 4 ottobre nelle stazioni italiane venete di Padova, Belluno e Vicenza, ma nei giorni scorsi è arrivata la conferma anche di una presenza in Austria e Svizzera. E il mistero s’infittisce.

Radioattività, le rilevazioni

Le stagionali rilevazioni dell’Arpav nelle stazioni di controllo di Verona, Vicenza e Belluno, hanno portato alla luce una presenza consistente di Rutenio 106. La sostanza, radioattiva, è stata poi rilevata anche nei campionamenti di particolato atmosferico in altri laboratori dell’Italia settentrionale e di Austria e Svizzera. Precedentemente la stessa sostanza, in quantità rilevanti, era stata trovata anche nei campionati dell’Arpav in alcune stazioni della Lombardia. Sembrerebbe, dunque, trattarsi di un fenomeno ripetitivo che sta coinvolgendo l’atmosfera dell’alta Italia e alcune Regioni europee.

A rendere pubbliche le altre segnalazioni, oltre a quelle di Padova, Belluno e Vicenza, è stato il Ministero dell’Ambiente. La preoccupazione, però, non riguarda solo l’Italia: le stesse sostanze radioattive sono state, infatti, trovate anche in altri Stati Europei che hanno diramato i risultati delle analisi dove viene evidenziata la presenza di Rutenio. Al momento nessuno degli Stati coinvolti nelle registrazioni è riuscito ad individuare la causa di quanto accaduto: il Ministero per l’Ambiente italiano così come l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica non sono riusciti a trovare spiegazioni scientifiche e valide per quanto accaduto nelle stazioni di rilevamento.

La Francia: “Colpa della Russia?”

I francesi d’oltralpe hanno affermato di aver avuto a che fare con episodi simili recentemente. Secondo i francesi le cause delle rilevazioni radioattive sono da ricercarsi in una regione a sud degli Urali. Le sostanze di Rutenio potrebbero, dunque, arrivare dalla Russia? Al momento si tratta solo di un’ipotesi, non confermata dal Ministero dell’Ambiente italiano che sta ancora cercando spiegazioni sull’accaduto. A esporre la posizione della Francia sull’accaduto è intervenuta la parlamentare Serena Pellegrino, di Sinistra Italiana, che ricopre il ruolo di vicepresidente della Commissione Ambiente e che richiesto un chiarimento per la presenza del Rutenio.

All’interrogazione della Pellegrino è stato risposto che non esistono collegamenti con incidenti in centrali nucleari. Inoltre è stato messo in luce la progressiva diminuzione delle concentrazioni delle aree sotto controllo. L’Ispra, che si sta occupando di monitorare le stazioni dove è stata rilevata la sostanza, ha comunicato di controllare in modo costante i rilevamenti atmosferici e di pubblicare costanti aggiornamenti sul proprio sito web. I livelli di Rutenio rilevati sono comunque molto bassi e non destano preoccupazione dal punto vista sanitario ed ambientale. Anche Arpav aumenterà l’attività di monitoraggio e continuerà a fornire informazioni.