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Rapina a Lanciano, Niva Bazzan: io li perdono, lo Stato no

Niva Bazzan

Niva Bazzan dice che lei può perdonare i rapinatori che le hanno tagliato un orecchio e massacrato di botte il marito, ma lo Stato no.

Il prefetto di Chieti, Antonio Corona, visita in ospedale Niva Bazzan, l’ex infermiera mutilata ad un orecchio nel corso della rapina nella sua villa a Lanciano. La donna spiega di “non provare rabbia ma dispiacere per tanta violenza inutile” e aggiunge di aver perdonato i suoi aggressori. Lo Stato però, chiarisce “non li deve perdonare”.

Il perdona porta serenità

“Qualcuno mi ha chiesto se sono disposta a perdonare: io li perdono perché questo mi aiuterà a recuperare serenità, ma lo Stato non li deve perdonare” ha spiegato Niva Bazzan, l’ex infermiera mutilata ad un orecchio nel corso della rapina nella sua villa a Lanciano. Il marito, il 69enne chirurgo Carlo Martelli, è stato invece massacrato di botte. Tutto questo, alla fine, per un bottino di un paio di migliaia di euro.

L’esortazione affinché lo Stato non perdoni certi crimini è stata espressa da Niva Bazzan nel corso della visita in ospedale del prefetto di Chieti, Antonio Corona. “La vicenda che vi ha visto coinvolti è stata un duro colpo per tutti noi – ha ammesso Corona – impressionati anche dal livello spropositato di violenza che è stata usata su di voi”.

“L’invito per il futuro è a ritrovare al più presto la serenità e ad attivare sistemi di sicurezza passivi che aiutano a proteggere le casa” ha aggiunto Corona. Carlo Martelli infatti in una intervista ha già puntualizzato che, anche dopo questa tremenda esperienza, non comprerà mai un’arma per difendersi. Questo compito, aveva aggiunto infatti il chirurgo, “spetta dallo Stato”.

I tre arresti

Le indagini intanto sembrano andare nella giusta direzione. Arrestati infatti tre giovani rumeni sospettati di essere tra i componenti della banda che ha aggredito i Martelli e compiuto altre sei violente rapine nella stessa zona. “Mi sento davvero confortato da questa svolta nelle indagini, giunta così rapidamente” ha ammesso il chirurgo.

“Sarò più sereno anche nel rientrare a casa, dove non vedo l’ora di tornare recuperando la mia vita normale e la dimensione di riservatezza che da sempre la caratterizza. – sottolinea Carlo Martelli – Ho reso testimonianza anche attraverso i media di quanto ho vissuto perché lo ritenevo un dovere di cittadino, ma ora è tempo che i riflettori non siano più accesi su di me”. Non resta che individuare quindi il quarto componente, l’unico che parlava “in un perfetto italiano” come ricorda il medico.