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Rapine nel Leccese, arrestate 2 persone: scoperti da carabinieri grazie ad un selfie su Facebook

Rapine

Arrestati grazie a un selfie postato su Facebook i due autori di varie rapine operate nel leccese: avevano messo a segno già molti colpi nella zona.

Come nelle migliori barzellette, i ladri hanno finito con l’incastrarsi da soli. Siamo in provincia di Lecce, in Puglia. Qui due ladri, autori di molte rapine sono stati traditi da un selfie postato su FB. I due rapinatori avrebbero infatti fatto una foto con la macchina usata per le rapine. Un autogol imperdonabile, un atto ingenuo e leggero che è costato loro il carcere.

Rapine nel Leccese

I due rapinatori arrestati, Alessandro Viti di 23 anni (originario di Galatina) e Luigi Antonio Arena di 41 anni (originario di Cutrofiano) sono gli autori di una serie di 6 colpi effettuati nel giro di 25 giorni, in varie località leccesi. Galatina, Muro Leccese, Soleto erano alcune delle molte località pugliesi che i due frequentavano per i loro colpi. Puntavano sempre su supermercati, distributori di benzina e bar. I colpi erano ben studiati tramite sopralluoghi effettuati dai membri della banda (oltre ai due rapinatori sono state denunciate altre 3 persone). Venivano poi messi a segno con rapidità e precisione.

Gli assalti erano condotti con armi come pistole e fucili a canne mozze. In uno dei colpi, il gestore di un bar era riuscito a sfilare il passamontagna di uno dei due rapinatori, ripreso in quella stessa occasione dalle telecamere. Utili a ricostruire l’identità dei due ladri anche la presenza dei vistosi tatuaggi sulle braccia. La loro faccia tosta li aveva portati anche ad andare a incassare le vincite di alcuni Gratta&Vinci che avevano rubato. A condannarli è stata la loro leggerezza che li ha immortalati su Facebook con un selfie. Un selfie fatto con la loro auto per i furti, che ha aiutato le forze congiunte di polizia e carabinieri a inchiodarli definitivamente.

I precedenti

Non è la prima volta che dei rapinatori finiscono in manette per aver documentato, tramite video e foto, le proprie prodezze ladresche. Come il caso del rapinatore palermitano Giovanni Rizzuto, che lo scorso 11 Maggio aveva portato a termine una rapina in farmacia. Le autorità non riuscirono a prenderlo subito a causa del volto coperto. Il rapinatore venne poi identificato e preso: si era incastrato da solo grazie a un selfie pubblicato su FB, che lo immortalava sulla sua moto.

O ancora, il caso di due rapinatori brindisini, Giovanni Quaranta e Walter Valenti, che giorno 8 del Luglio scorso hanno preso d’assalto un locale di Brindisi (Il Red&White). I due sono stati incastrati proprio grazie a un selfie sui social media che fu confrontato con le immagini dei video di sorveglianza del locale.

Ritorna anche la storia di tre rapinatori napoletani, arrestati dai carabinieri proprio per via di una loro leggerezza ad ammettere il furto su FB tramite frasi di vanto delle proprie gesta e con la pubblicazione di selfie che li vedevano in vacanza alle Maldive.

Questo è uno dei tanti esempi in cui la vanagloria di certi atti, si lega alla leggerezza e alla spavalderia: un mix che sicuramente per tutti costoro si è rivelato fatale per la loro libertà.

Ci sono anche usi utili dei selfie come quello fatto da una giovane donna olandese, che ha aperto un profilo social attraverso cui fotografare e identificare i molestatori.