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Razzo cinese in caduta: la scelta di Pechino per risparmiare sui costi

Razzo cinese costi

Per risparmiare sui costi progettuali, si è scelto di non prevedere un sistema di controllo per la caduta del razzo cinese in rientro sulla terra.

Alla base del rientro incontrollato del razzo cinese in caduta nell’atmosfera che potrebbe provocare una pioggia di detriti vi sarebbero motivazioni economiche: la scelta di farlo precipitare verso il nostro pianeta senza alcun controllo sarebbe stata presa in fase di progettazione. 

Razzo cinese: i costi

A chiarirlo è stato Marco Castronuovo dell’Agenzia spaziale italiana (ASI). L’esperto ha infatti spiegato che il razzo non e’ stato progettato per essere controllato nella fase finale perché “costruirne uno senza sistemi di controllo in fase di rientro, banalmente, costa meno“. Ci si affida dunque alla bassa probabiltà di impattare su zone abitate e creare danni. 

La Cina, ha spiegato, non sta infrangendo nessuna legge perché non vi è alcuna normativa che vieta i rientri incontrollati. Ci sono soltanto degli accordi, ma tutto è rimesso alla buona volontà e alla coscienza degli Stati che intraprendono missioni spaziali.

Razzo cinese, costi: le previsioni sul rientro 

Difficile ora, senza un sistema di contollo, prevedere la traiettoria che prenderà ciò che rimane del razzo che ha trasportato nello spazio Thiane, il primo modulo della stazione cinese.

Le previsioni sono infatti un problema complesso perchè la caduta verso la Terra di oggetti spaziali è influenzata da molti fattori estremamente variabili, tra cui la densità dell’atmosfera e le attività solari in corso. “Le ultime previsioni fanno pensare che il razzo cinese rientrerà in una fascia tra le 3 di notte e le 15.30 di domenica 9 maggio. La zona? Presto per individuarla“, ha aggiunto Castelnuovo. 

Razzo cinese, costi: regioni coinvolte e raccomandazioni

Per quanto riguarda l’Italia, la Protezione Civile ha diramato un’allerta per dieci regioni sopra le quali potrebbe passare il razzo, vale a dire Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. 

Gli esperti hanno consigliato di stare al chiuso e lontano da porte vetrate e finestre. La probabilità che i frammenti causino il crollo di edifici è infatti molto bassa, motivo per cui le abitazioni restano il luogo più sicuro. In particolare il consiglio è quello di rianere ai piani bassi: qualora dovesse verificarsi una pioggia di detriti, questi impatteranno eventualmente sui tetti e potrebbero dunque causare danni, perforando questi ultimi o i solai sottostanti e determinando pericolo per le persone.

Nel caso di avvistamento di un frammento, gli esperti hanno infine raccomandato di non toccarlo, di mantenersi ad una distanza di almeno 20 metri e avvertire subito le autorità competenti.