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Razzo cinese in caduta libera, le rassicurazioni dell'ASI, l'Agenzia Spaziale Italiana

razzo cinese in caduta libera e le parole di rassicurazione dell'ASI

Cresce l'allarmismo per la caduta del razzo cinese, i cui frammenti potrebbero interessare il sud Italia. A dissipare i timori le parole dell'ASI

Si avvicina il momento in cui il razzo cinese, in caduta non controllata, farà il suo ingresso nell’atmosfera, rilasciando nella sua traiettoria, migliaia di frammenti che potrebbero colpire anche 10 regioni del sud Italia. A chiarire la situazione, oltre a porre un freno sull’allarmismo che in queste ultime ore sta prendendo il sopravvento, ci ha pensato l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI).

Razzo cinese in caduta libera, le rassicurazioni dell’ASI

L’ASI, l’Agenzia Spaziale Italiana, in queste ultime ore ha voluto rilasciare alcune dichiarazioni sulla situazione del razzo cinese in caduta libera, i cui frammenti potrebbero interessare anche 10 regioni del Sud Italia, e che, tra la popolazione, sta creando non poche paure.

Come prima cosa, ASI ha tenuto a sottolineare che non si tratta di un razzo cinese, ma il secondo stadio del lanciatore Lunga Marcia 5 partito lo scorso 29 aprile con a bordo Thiane, il primo modulo della futura stazione spaziale cinese. 

Fatta questa opportuna precisazione, l’ASI ha tenuto a dichiarato che: -“Naturalmente in casi come questi nulla si può escludere ma la situazione è al momento decisamente sotto controllo. Inoltre i sistemi di monitoraggio nazionale stanno ovviamente seguendo l’orbita di caduta ma al momento la finestra temporale è ancora troppo ampia – stimata ad ora tra le 20.30 di questa sera e le 8.30 di domani 9 maggio, con come punto centrale orario le 2.24 del mattino – e quindi bisogna ancora aspettare”.

Sul perchè di questa incertezza temporale, l’ASI, nella persona di Ettore Perozziresponsabile dell’Ufficio per la Sorveglianza Spaziale, spiega: -“Il motivo è che, così come non si può disegnare la Terra con un tondo, non si può neppure disegnare l’atmosfera con un cerchio le regioni superiori dell’atmosfera sono sede di vari fenomeni – ad esempio delle variazioni di ‘temperatura’ – che ne modificano l’estensione, rendendone i confini non facilmente definibili. Quindi un oggetto in caduta, come nel caso del secondo stadio del razzo cinese, si avvicina sempre più alla superficie terrestre fino a quando variazioni locali e anche molto rapide dell’atmosfera lo portano ad attraversare uno strato più denso. A quel punto avviene una brusca frenata e la susseguente la caduta. Predire questo fenomeno con settimane o anche solo con giorni di anticipo è molto difficile: quello che possiamo fare è stabilire una finestra temporale per il rientro, che diventerà sempre più piccola man mano che inseguiamo l’oggetto nella sua discesa”.

Una precisazione anche sull’espressione “caduta libera”, adottata dai giornali di tutto il mondo: -“Se fosse una vera caduta libera, cioè senza gli effetti frenanti dell’atmosfera, l’oggetto continuerebbe tranquillamente a orbitare. Quindi, paradossalmente è proprio perché non è ‘libero’ di girare attorno alla Terra che cade. Ma non tutto quello che mandiamo nello spazio è destinato a ritornare sulla Terra: a quote maggiori di 800-1000 km ormai l’atmosfera è talmente rarefatta da non rappresentare più un ostacolo. Non è questo il caso del Lunga Marcia e per quanto si è appena detto non è facile calcolare la sua traiettoria, soprattutto nelle fasi finali. Per questo è necessaria una rete di sensori, radar e telescopi che dalla superficie terrestre ne segua continuamente la traiettoria, così da poter predire in maniera progressivamente sempre più accurata quando e dove cadrà”.

Razzo cinese, ASI: un limite ai satelliti che si possono spedire in orbita

Perozzi poi, ha tenuto a precisare, anche un tema di cui ultimamente si parla sempre più spesso, ossia esiste un limite di satelliti che è possibile mandare in orbita?

Secondo lo studioso potremmo essere arrivati già a metà del numero limite: -“Alcuni studi ci dicono che potremmo essere già arrivati a metà della ‘capienza orbitale’ dello spazio alle altitudini più trafficate. Arrivare a saturazione vorrebbe dire che il rischio di collisioni tra satelliti o con detriti spaziali diventerebbe talmente alto da impedire un uso dello spazio in una maniera utile ed economicamente vantaggiosa. Insomma anche nello spazio le parole d’ordine del futuro sono sostenibilità e cooperazione”.

Razzo cinese: oltre ad ASI, anche le rassicurazioni dell’Associazione Astris

A dare rassicurazioni però, non è solo l’ASI, ma anche l’Associazione Astris, tramite ⁠⁠⁠Emanuele Sillato, segretario dell’associazione di astrofili: -“Bisogna andarci piano con gli allarmismi. Il monitoraggio è sempre preciso ed è difficile che possano verificarsi danni seri. Questo perché bisogna considerare che il rientro del razzo nell’atmosfera provocherà frammentazioni importanti, e alla fine arriveranno pezzi molto piccoli sul nostro pianeta. Ripeto, il monitoraggio da parte di tutti è costante e ci rassicura notevolmente. Naturalmente l’incremento di queste attività di lancio sempre più frequenti, in accordo con le agenzie spaziali, fa sì che sia necessario il prima possibile un sistema normativo internazionale che le possa regolare”.

Ricordiamo che ASI, sta monitornando il rientro del razzo insieme alla Protezione Civile, oltre a far parte di un tavolo tecnico composto, oltre dalla stessa ASI, anche da da un membro dell’ufficio del Consigliere militare della Presidenza del Consiglio, rappresentati del Ministero dell’Interno – Dipartimento dei Vigili del Fuoco, della Difesa – Coi, dell’Aeronautica Militare – Isoc e degli Esteri, Enac, Enav, Ispra e la Commissione Speciale di Protezione civile della Conferenza delle Regioni.