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Rebecca Braglia, donati gli organi della rugbista 18enne

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I genitori di Rebecca Braglia hanno autorizzato l’espianto degli organi della rugbista emiliana morta in campo tentando di placcare un’avversaria.

I genitori di Rebecca Braglia, la rugbista 18enne di Reggio Emilia morta dopo aver cercato di “placcare” un’avversaria, hanno dato il consenso per l’espianto degli organi della figlia, certi che anche lei avrebbe voluto così. L’intervento è stato effettuato all’Ospedale Bufalini di Cesena, salvando la vita a qualcuno che da tempo attendeva un donatore.

Rebecca e suo fratello maggiore Federico erano stati iniziati al rugby dal padre Giuliano da bambini: lei aveva sei anni.

Adesso il papà chiede via Facebook ai giovani di continuare a praticare questo sport per ricordare sua figlia scomparsa, “che ora gioca nel campionato dei Cieli”. Grazie al rugby, spiega il signor Giuliano, possono nascere grandi amicizie e solidarietà.

Ospedale Bufalini

Nessuna responsabilità

Giuliano ha affermato che nessuno è colpevole per l’accaduto: si tratta di una fatalità. La famiglia della ragazza non ha intenzione di sporgere denuncia o prova risentimento per la morte della figlia. Inoltre i medici hanno fatto di tutto per salvare Rebecca.

Rugby femminile

Gli stessi sanitari e gli allenatori della giocatrice, che militava nell’Amatori Parma, hanno sostenuto che in questo caso non si possa neppure parlare di un incidente di gioco. Ora ci si chiede cosa emergerà dall’esame autoptico sul cadavere di Rebecca.

La dinamica dei fatti

Il tragico episodio è avvenuto a Ravenna. La 18enne cercava di “placcare” un’avversaria durante una partita di Coppa Italia di rugby a 7, quando è caduta all’indietro, battendo la testa. In seguito si è rialzata, riuscendo a giocare un altro minuto, prima di accasciarsi al suolo. Immediatamente si è capito che per la rugbista non c’erano speranze a causa di un edema cerebrale diffuso. Forse nemmeno l’autopsia potrà davvero chiarire cos’abbia provocato la morte di Rebecca, che potrebbe essere stata una circostanza indipendentemente dalla caduta.

Rebecca Braglia è la prima rugbista italiana a morire in campo. Talvolta è capitato ad alcuni professionisti di questo sport negli Stati Uniti, ma si tratta di casi rarissimi.

Le iniziative per ricordarla

Il presidente della Federugby Alfredo Gavazzi ha annunciato che, per ricordare la giovane scomparsa, su tutti i campi, prima d’iniziare a giocare, si osserverà un minuto di silenzio. Inoltre Maria Cristina Tonna, la prima rugbista italiana, sta lavorando al fianco di allenatori e dirigenti per aiutare le compagne di squadra di Rebecca e anche le ragazze delle squadre avversarie di Ravenna e Imola, a elaborare quanto è successo. Particolare sostegno avrà bisogno la rugbista imolese che la 18enne stava cercando di “placcare”, prima di morire: lei non ha fatto nulla di sbagliato.