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Reddito di cittadinanza, agenzie di reclutamento private per stimolare chi rifiuta di lavorare

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Il governo è pronto a mettere in campo agenzie private per stimolare circa 700mila percettori del reddito di cittadinanza che si rifiutano di lavorare.

I grillini continuano a difendere uno dei punti essenziali del loro programma politico: il reddito di cittadinanza. Tuttavia, da mesi si susseguono casi di furbetti che riescono a ottenere il sussidio ed evitano così di cercare lavoro. Per molti è un vero fallimento. Così il governo italiano, per smuovere i circa 700mila percettori del reddito di cittadinanza che si rifiutano di andare a lavorare, è pronto a mettere in campo agenzie di reclutamento private e dire stop ai centri per l’impiego.

Reddito di cittadinanza, agenzie private in sostituzione ai centri per l’impiego

Il governo sembra intenzionato ad accantonare i centri per l’impiego, dove il personale scarseggia e spesso sono incapaci di trovare lavoro agli utenti. Al loro posto si prediligerebbero le agenzie di reclutamento private.

I centri dell’impiego sono ancora in attesa che entrino in servizio gli oltre 11mila operatori promessi dal governo gialloverde: le Regioni, responsabili delle assunzioni, si sono mosse in ritardo a causa dello scoppio della pandemia. All’appello ne mancherebbero circa 10mila. I centri per l’impiego non sono quindi riusciti a offrire la svolta sperata.

Reddito di cittadinanza, agenzie private al posto dei centri per l’impiego: i furbetti del sussidio sono 700mila

Così circa 700mila percettori del reddito di cittadinanza ritenuti attivabili non hanno ancora sottoscritto i patti per il lavoro né si stanno mobilitando per cercarne uno.

L’attenzione sul tema si è accesa dopo le lamentele degli imprenditori del turismo e della ristorazione, che hanno lamentato l’assenza di lavoratori stagionali, criticando proprio contro il sussidio pentastellato, in quanto rischia di disincentivare i percettori ad accettare i lavori a disposizione.

Reddito di cittadinanza, arrivano le agenzie private: le parole del sottosegretario al lavoro

La leghista Tiziana Nisini, sottosegretario al lavoro, ha dichiarato: “C’è bisogno di creare quanto prima una sinergia tra pubblico e privato che ancora manca. Al momento il reddito di cittadinanza è strutturato affinché le offerte di lavoro provengano dai centri per l’impiego, ma quando si scorrono i dati si scopre che questi ultimi statisticamente offrono il 4% delle opportunità lavorative l’anno. Esiste, quindi, un 96% di opportunità lavorative gestite dal mondo privato attraverso le agenzie per il lavoro al quale bisogna attingere”.

Poi ha fatto sapere: “Al momento, per come è strutturato il sistema, un lavoratore può voltare le spalle anche a 100 offerte di lavoro senza che nessuno se ne accorga. Lavoriamo perciò a una banca dati nazionale per avere un quadro completo delle domande e delle offerte di lavoro”.