> > Reddito d'inclusione 2017, code ai Caf: quanto vale e chi può chiederlo

Reddito d'inclusione 2017, code ai Caf: quanto vale e chi può chiederlo

reddito d'inclusione 2017

Reddito d'inclusione 2017, dal primo dicembre si può presentare all'Inps la domanda per poter accedere a questo beneficio, che si attiverà dal 2018.

Reddito d’inclusione 2017, diventa operativo questo beneficio per le famiglie povere. Da venerdì primo dicembre, infatti, è possibile fare richiesta all’Inps per rientrare tra i beneficiari. Il reddito d’inclusione 2017 partirà già a gennaio dell’anno prossimo, e potranno essere erogati fino a 485 euro al mese, per un massimo di 18 mesi. Il beneficio è riservato a circa 500mila famiglie. L’obiettivo è quello di prendere per mano questi nuclei famigliari e di farli superare questa situazione di questo grave disagio economico. Nel frattempo, si registrano lunghe code ai Caf

Reddito d’incusione 2017

Già da dicembre è possibile presentare domanda, riempiendo l’apposito modulo reperibile all’Ufficio relazioni con il pubblico. Il contributo è compreso dai 180 ai 485 euro al mese (attraverso la formula della card ricaricabile), per un tetto temporale di massimo 18 mesi. La novità focale, tuttavia, si tratta del fatto che la concessione del sussidio è subordinata alla firma di un patto di responsabilità da parte della famiglia. Questo patto prevede l’accettazione delle condizioni di inserimento socio-lavorativo. Si tratterà di un progetto personalizzato, finalizzato al superamento della situazione di povertà.

reddito d'inclusione

Chi può chiederlo

In tutto, le fammiglie che dovrebbero beneficiarne dovrebbero essere all’incirca 500mila. E non hanno perso tempo, gettandosi nei Caf provocando lunghe code, anche solo per chiedere informazioni. Possono presentare domanda i nuclei famigliari comprendenti almeno un figlio minorenne, un figlio disabile, una donna in stato di gravidanza oppure una persona over 55 disoccupata. Il valore Isee non deve essere superiore a 6.000 euro, il valore dell’Isre (ossia l’indicatore reddituale dell’Isee diviso la scala di equivalenza) non deve superare i 3.000 euro. Il patrimonio immobiliare, invece, esclusa la casa di abitazione, non deve oltrepassare i 20.000 euro. Il patrimonio mobiliare che non deve invece superare i 10.000 euro. Al momento della presentazione della domanda, il Comune controlla i requisiti di residenza e inoltra la richiesta all’Inps, che si impegna a verificare i requisiti di accesso per il riconoscimento del beneficio.

Comuni in crisi

Mauro Soldini, presidente del Consorzio nazionale Caaf Cgil, ha spiegato perché i Comuni sono in difficoltà. Questi sono disorientati perché non sono attrezzati per dare le risposte ai cittadini. Soprattutto, sono sprovvisti degli strumenti per strutturare il percorso di inserimento di coloro che accedono al Rei.

Reazioni

Questa nuova normativa è stata accolta con grande entusiasmo tra gli ambienti politici vicini al governo. Per il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il reddito d’inclusione 2017 è un importante passo per combattere la povertà.

Da altre parti, invece, il reddito d’inclusione 2017 non è piaciuto molto. Secondo Maurizio Landini, vi sono molte lacune all’interno della normativa. Nota che i livelli di povertà in Italia sono aumentati, con quattro milioni e mezzo di poveri, e 11 milioni di persone che non hanno forze economiche sufficienti per pagarsi le cure. Il reddito d’inclusione 2017 non è sufficiente, secondo Landini, e fare distinzioni tra poveri è sbagliato.

Per Di Maio la nuova normativa non cambia nulla. Secondo lui si tratta di togliere ai poveri per dare ai poveri, facendo restare la situazione inalterata. Invece, il reddito vitalizio proposto dal Movimento 5 Stelle incentiva, secondo il candidato premier, meglio alla formazione ed alla ricerca di lavoro.

Presentazione Poletti

Il ministro del lavoro Giuliano Poletti ha dichiarato che il reddito d’inclusone 2017 è una scelta “importante che guarda sopratutto alla necessità di costruire una grande rete nazionale di sostegno per la parte più debole della società, nella consapevolezza che c’è bisogno di una grande rete istituzionale e di un grande rapporto tra governo, Stato, Regioni e Comuni da un lato; e dall’altro versante le organizzazioni sociali, il volontariato, l’associazionismo”.