Roma, 12 nov. (askanews) – La plastica che diventa arte, la sostenibilità che incontra il riscatto personale. È lo spirito di “Redivivus”, il progetto presentato presso l’Istituto Centrale del Restauro nel Complesso Monumentale di San Michele a Ripa a Roma, che trasforma il riciclo in un percorso di rinascita e trasformazione. Protagonisti sono infatti i giovani degli Istituti Penali per Minorenni e degli Uffici di Servizio Sociale per i Minorenni di Palermo, Catania, Acireale e Caltanissetta, che hanno realizzato 19 opere con bottiglie in PET riciclate.
Promossa da COREPLA, con il patrocinio del Ministero della Giustizia e a cura di Mani&Mente di Romina Scamardi, l’iniziativa intreccia arte, sostenibilità e inclusione sociale, offrendo ai ragazzi coinvolti la possibilità di trasformare materiali di scarto in strumenti di espressione e consapevolezza. Giovanni Cassuti, Presidente Corepla, ha spiegato: “Per noi rappresenta un ponte per la sostenibilità ambientale, la sostenibilità sociale e culturale. Redivivus significa rinascita e quindi come rinasce un rifiuto, nello specifico una bottiglia che se gettata non ha valore, possono rinascere anche dei ragazzi in difficoltà, che manipolando appunto un oggetto altrimenti gettato, riescono a produrre un’opera d’arte”.
La curatrice del progetto Romina Scamardi, Associazione Mani&Mente, ha spiegato: “I ragazzi hanno lavorato su piccolissimi tasselli di plastica, quindi hanno prima disegnato e poi dipinto, per poi essere assemblati e creare la rivisitazione dell’opera d’arte. Siccome l’arte e la pittura calmano, tranquillizzano, per loro è stato un percorso di almeno due mesi dove hanno scoperto, e poi gli è piaciuto tantissimo, ci hanno chiesto di ripeterlo, perché alla fine hanno realizzato delle vere opere d’arte”.
Partito dalla Sicilia, Redivivus può essere un modello educativo replicabile a livello nazionale, capace di coinvolgere ragazze e ragazzi che vivono un momento di restrizione della libertà in un cammino di crescita, consapevolezza e possibilità. Girolamo Monaco, Direttore dell’Istituto Penale per i minorenni di Acireale, ha sottolineato: “Lo scarto può diventare cosa bella. Il passaggio importante è stato: Io sono stato scarto, io posso ritornare, io sono bello, io valgo. E’ stato importante perché si è lavorato in gruppo, questo è simbolicamente importante, perché il carcere non è soltanto un percorso di pena, ma anche un percorso di ricostruzione personale”.