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Referendum in Catalogna, decisa chiusura dello spazio aereo

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Referendum Catalogna, chiuso lo spazio aereo, e da Barcellona: "Voteremo", Madrid: "Il voto non ci sarà".

Continua il braccio di ferro tra Madrid e Barcellona. Continuano ad esserci forti tensioni per il referendum forrtemente voluto dalla Catalogna. È infatti di oggi la notizia secondo la quale dalla Capitale sono pronti a boicottare ad ogni costo quella che loro ritengono una consultazione elettorale illegale.

Il governo spagnolo, quindi, ha infatti deciso di chiudere lo spazio aereo sopra Barcellona ai voli di aerei privati ed elicotteri in occasione del referendum, dichiarato illegale da Madrid, per l’indipendenza della Catalogna.

La misura, operativa fino a lunedì, non riguarda i voli commerciali dell’aeroporto El Pratt e quelli di emergenza. A quanto diffuso dai media catalani, l’obiettivo è di evitare immagini aeree delle manifestazioni che si terranno contro il blocco dei seggi.

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Un attacco alla democrazia?

Gli agenti della Guardia urbana hanno bloccato gli ingressi ai depositi del Comune, per impedire che il materiale elettorale sia impiegato nel referendum per l’indipendenza fissato per domenica. Gli uomini della polizia municipale, che dipendono dallo Stato spagnolo, impediscono a chiunque l’accesso ai locali di calle Perù, compresi i dipendenti. Migliaia di studenti catalani, però, nel frattempo si riversano in strada, mentre da Bruxelles arriva risposta su una mediazione tra governo catalano e spagnolo

Le dichiarazioni di Jordi Turull, portavoce del governo catalano e del vicepresidente Oriol Junqueras

A quanto dichiarato dal portavoce del governo catalano, Jordi Turull, è confermato che domenica “si voterà pacificamente” dalle 8 alle 20 nonostante il divieto imposto di Madrid, e il vicepresidente Oriol Junqueras ha sottolineato che “né il governo né i cittadini della Catalogna stanno facendo nulla di male”.

Come è facile pensare, però, a Madrid la si pensa diversamente: il portavoce del governo spagnolo, Inigo Mendez de Vigo, ha assicurato che domenica “non ci sarà alcun referendum in Catalogna”, e che in ogni caso il presidente catalano Carles Puigdemont dovrà “rispondere davanti ai tribunali” per la “grave slealtà istituzionale” di cui si è reso responsabile.

Ecco le accuse mosse da Mendez de Vigo: “Siamo in presenza di un processo di disobbedienza costituzionale, contro una democrazia europea consolidata e prestigiosa come quella spagnola, in pieno XXI secolo”.

In Europa, intanto, si rimane in disparte a guardare ciò che succede in Spagna. A questo proposito Alexander Winterstein, uno dei portavoce della Commissione europea, ha spiegato che domenica “non faremo niente. Come tutti gli altri, guarderemo lo svolgersi degli eventi”. Nell’Unione europea, c’è “preoccupazione” per la crisi in Spagna, ha poi aggiunto una fonte comunitaria. Ma la Commissione intende trattare la questione come “crisi nazionale”.