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Referendum Lombardia, scrutatori bloccati dal voto elettronico: 'Non è ammissibile'

voto elettronico

Flop del voto elettronico in Lombardia. A causa di un cavillo burocratico, gli scrutatori sono stati obbligati a fermarsi la notte ben oltre l'orario previsto.

Il voto elettronico in questo referendum consultivo per l’autonomia in Lombardia ha creato disagi. Gli scrutatori sono rimasti bloccati ai seggi durante la notte, molto più di quanto preventivato per i risultati definitivi. A due ore e mezza della chiusura, giungevano quindi le proteste di chi non poteva tornare a casa dopo aver espletato le operazioni di spoglio, a causa di un cavillo burocratico.

Voto elettronico problematico

Sono le ore 2,10 della notte tra domenica e lunedì. Nei seggi di Milano, dove si è votato per il referendum, ci sono ancora gli scrutatori. E sono alquanto arrabbiati. Dicono di essere prigionieri, e che se dovessero uscire ci sarebbero gravissime conseguenze.
Ufficialmente il tutto doveva terminare alle ore 23 di domenica sera, all’ultimazione del controllo dei voti. E doveva essere una faccenda abbastanza veloce, dato che la voting machine (la macchina per il voto elettronico) doveva solo stampare il risultato, e poi bisognava semplicemente riempire il classico verbale.

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Scrutatori prigionieri

E invece tutto si è bloccato, perché l’ufficio elettorale della Regione Lombardia ha imposto di estrarre le chiavette Ubs e di consegnarle alla polizia locale affinché venissero svolte le verifiche del voto effettuato. Gli scrutatori hanno atteso nei seggi più di tre ore, senza sapere nessuna notizia. Anzi, pare che qualche chiavetta risulti anche vuota, senza registrare alcun dato.
Tutto il nuovo processo di voto, annunciato in pompa magna, è quindi miseramente fallito. Il disagio di chi ha lavorato tutto il giorno, e magari il giorno successivo deve di nuovo lavorare, è palese e comprensibile.

Gli sfortunati scrutatori pensano al lunedì lavorativo, a come faranno a presentarsi regolarmente e pensano anche alle ore di straordinario che nessuno pagherà loro. Presidenti di seggio (pagati 130 euro netti) e scrutatori (pagati 100 euro netti) sono stati impegnati 4 ore sabato (dalle 16 alle 20) e dalle 6 del mattino di domenica in poi. Ci sono poi i tecnici informatici di manpower anche loro impegnati a fondo in questa giornata elettorale. E nessuno poteva andarsene dal seggio, a meno che non volesse una segnalazione per interruzione di pubblico servizio. Ma i presidenti di seggio contestano anche la procedura seguita, della quale nessuno era stato informato adeguatamente: «La cosa grave è che nessuno ci aveva parlato di queste chiavette da consegnare e dell’attesa per la verifica. Per noi il lavoro doveva concludersi alle 23 con l’ultima firma al verbale».

Flop

Il voto elettronico è risultato un flop notevole. A questo si aggiunge anche il fatto che l’affluenza in Lombardia è stata davvero bassa. Solo il 40% delle persone aventi diritto al voto ha effettivamente votato, mentre in Veneto c’è stata un’affluenza del 57%. Il voto con il tablet, la grande novità di questa consultazione nella regione guidata da Roberto Maroni, non ha funzionato come si sperava e deve ancora essere messo a punto. Invece di velocizzare lo spoglio rispetto al voto cartaceo, paradossalmente lo ha infatti rallentato.