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Referendum, Renzi: se vince il no sarà un problema per gli italiani

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Il referendum si avvicina e Renzi ha avvertito: se vincerà il no, non sarà un problema mio, ma di tutti gli italiani, un'occasione persa. Intervistato da Charlie Rose, giornalista americano della trasmissione 60 Minutes della CBS, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato del referendum...

Il referendum si avvicina e Renzi ha avvertito: se vincerà il no, non sarà un problema mio, ma di tutti gli italiani, un’occasione persa.

Intervistato da Charlie Rose, giornalista americano della trasmissione 60 Minutes della CBS, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha parlato del referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre e di quello che, a suo modo di vedere, potrebbe essere il futuro del nostro Paese.

Referendum costituzionale: un’opportunità per ridurre la burocrazia in Italia

“Non è un referendum per cambiare la democrazia in Italia”, ha spiegato il premier, “ma per ridurre la burocrazia in Italia”, un paese “incredibile”, in cui ci sono “950 parlamentari, il doppio che negli USA”. “La mia idea”, ha proseguito Renzi, “è dare semplicità all’Italia” perché “il nostro sistema e’ nelle mani della burocrazia: tutto è difficile, tutto è complicato”.

Italia peggior paese al mondo per la burocrazia

Il presidente del Consiglio ha poi voluto sottolineare di non volersi porre “come i vecchi politici italiani che hanno mantenuto la poltrona per molte decadi”. “Se perderò il referendum”, ha dichiarato, “non sarà un problema per me, ma un problema per le nuove generazioni di italiani perché è la perdita di un’opportunità. Questo non è un referendum che cambia la democrazia ma che riduce la burocrazia. L’Italia è il peggior Paese per burocrazia nel mondo”.

L’Italia non è solo il passato, deve dare il via al futuro

Charlie Rose ha poi sottolineato come il tentativo di personalizzare il referendum si sia rivelato una mossa sbagliata e Renzi ha ammesso l’errore. “Riconosco l’errore, sono un uomo e posso commettere degli errori”, ma, ha poi rilanciato, adesso, “dopo due anni e mezzo a Roma da premier sono assolutamente sicuro del ruolo potenziale del mio Paese”. “Con il sì, l’Italia dà il via al futuro perché negli ultimi vent’anni l’Italia ha discusso solo del passato”: “il passato è meraviglioso, ma l’Italia non è solo un museo, l’Italia non è solo il passato, è questo il punto”.