Argomenti trattati
Tra i molti referendum lanciati in questi ultimi mesi vi è anche quello contro la caccia che ha già raggiunto le 500mila firme necessarie per richiederne l’indizione su iniziativa popolare. La raccolta delle sottoscrizioni era partita lo scorso luglio e, alla metà di settembre, era già arrivata a circa 200mia adesioni.
Referendum sulla caccia: cosa succede
Nello specifico l’obiettivo di questa raccolta firme è quello di abrogare parzialmente la legge in materia numero 157 del 1992 per vietare l’attività e sancirne il divieto. La proposta referendaria chiede inoltre di modificare altri articoli, rendendoli previsioni normative che si limitano a dare una definizione di caccia o di “attività venatoria” e a fornire gli elementi utili a riconoscerla.
Referendum sulla caccia, le parole della La Mura
Tra le principali sostenitrici in Parlamento del referendum contro la caccia c’è la senatrice Virginia La Mura, eletta per il MoVimento 5 Stelle e ora al Gruppo Misto. “Dovremmo andare verso una tutela maggiore della biodiversità – ha detto la senatrice – e quindi anche della fauna selvatica. Se la biodiversità è tra i pilastri del Green Deal, non possiamo pensare che la caccia non pregiudichi la conservazione e la salute della biodiversità”. La Mura ricorda poi come l’Italia sia “in procedura d’infrazione sia sulla Rete Natura 2000 sia sulle specie di animali che possono essere cacciati, perché ancora non abbiamo aggiornato gli allegati delle specie in via d’estinzione”.
- LEGGI ANCHE: Referendum cannabis legale: in cosa consiste, quesito, come firmare online, quante firme servono?
Referendum sulla caccia, il blocco
Quanto allo stato d’avanzamento del refendum, malgrado il raggiungimento delle 500mila firme, si registrano alcuni ritardi da parte dei Comuni. Questi dovrebbero infatti inviare i certificati elettorali dei firmatari al comitato promotore Sì Aboliamo la caccia entro 48 ore dalla richiesta ricevuta, ma le recenti elezioni e i molti referendum in corso avrebbero rallentato le procedure.