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Regina, torturata dai vicini: botte e ustioni per pochi euro

Regina

E' finito il dramma di Regina, anche se continuerà a portare per lungo tempo sul corpo e nell'anima le ferite inflitte dai suoi vicini di casa.

E’ finito un incubo per Regina, dopo mesi di violenze e soprusi. A raccontare la storia della 28enne di Albano Laziale il programma Chi l’ha visto. Nella puntata di ieri, mercoledì 19 settembre 2018, Federica Sciarelli ripercorre le tappe di questa drammatica vicenda, iniziata il 3 luglio scorso quando la polizia fa irruzione nell’appartamento di Regina. Gli agenti si trovano davanti una ragazza piena di lividi, gravi ustioni, cicatrici e ferite, in evidente stato di shock.

La storia di Regina

“Io non mi fermo qui, per me è come una sorella” aveva gridato Roberta ai microfoni di Chi l’ha visto. Nel giro di pochi giorni, però, gli investigatori scopriranno che erano lei e il suo fidanzato ad essere i torturatori della povera Regina. La 28enne dopo la morte della madre si è infatti attaccata ancora di più a Roberta, sua vicina di casa. Tra le due c’era una sorta di dipendenza psicologica, e la situazione è peggiorata quando nelle loro vite è entrato il fidanzato di Roberta.

Quando soccorsa dalla polizia, Regina infatti ha raccontato di essere stata aggredita da due extracomunitari. La versione della ragazza però non convince gli agenti. Una volta individuati i veri colpevoli, Regina è riuscita quindi a sfogarsi e a confessare tutto il dramma. Il fidanzato di Roberta costringeva infatti la 28enne a prostituirsi. Quando però Regina non riusciva a fine mese a consegnare ai suoi aguzzini 800 euro, l’uomo la picchiava pesantemente. Per punirla poi la obbligava “ogni mattina a comprare ciambelle e cibi fritti per ingrassare“.

Durante l’ultima violenza Regina ha rischiato anche di morire. “Mi ha messo due stracci in bocca per non far sentire le urla e mi ha portato nello sgabuzzino, mi ha tirato giù i pantaloni e mi ha bruciato con un ferro da stiro rovente sui glutei e sulla schiena. – rivela – Calci e pugni in volto, ferite con un coltello e un cucchiaio incandescente sulla fronte”.