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Religione e spiritualità azteca

UNA SCENA DEL FILM "APOCALYPTO" DI MEL GIBSON.

Chi sono gli Aztechi? A quale zona dell'America appartengono? Scopriamo insieme la cultura, la spiritualità e la religione della cultura azteca. Gli Aztechi fanno parte della cultura mesoamericana. Si svilupparono dell'attuale Messico dal XIV e il XVI secolo, quando poi vennero conquistati dagli e...

Chi sono gli Aztechi? A quale zona dell’America appartengono? Scopriamo insieme la cultura, la spiritualità e la religione della cultura azteca.

Gli Aztechi fanno parte della cultura mesoamericana. Si svilupparono dell’attuale Messico dal XIV e il XVI secolo, quando poi vennero conquistati dagli europei guidati da Hernando Cortes.

Gli Aztechi erano politeisti, cioè credevano in centinaia di divinità. La mitologia azteca è influenzata proprio dalle interazioni e dalle storie di queste divinità.

Mitologia azteca

Si narra che nella valle del Messico, o valle del Anahuac, gli Aztechi cercarono di incorporare la cultura e le divinità delle civilizzazioni più avanzate che avevano trovato al loro arrivo con quelle delle civiltà più antiche, come quella dei Toltechi. Da questa fusione nacquero Tlaloc, Tezcatlipoca e Quetzalcoatl.

Man mano che gli Aztechi cominciarono a conquistare altri popoli, furono accettati nuovi dei e le loro storie vennero intrecciate a quelle delle divinità che già veneravano.

La religione azteca inoltre crede nell’aldilà. L’ultima dimora delle anime dipenda da come la persona è morta e ha vissuto la sua vita. Le donne che morivano di parto, erano cattivi presagi, mentre i guerrieri uccisi in battaglia, andavano verso la “Casa del Sole” del paradiso. Questo era solo uno dei quattro luoghi di riposo dell’anima. Questi luoghi si basavano sui punti cardinali. La Casa del Sole era associata all’est, la Casa del Mais all’ovest, la Casa di Tlaloc al sud e la Casa di Mictlan al nord.

Religione inca

La religione inca prevedeva la devozione di alcuni Dei che erano le forze della natura, specialmente il Sole, Inti, e la Luna, Quilla. Altre importanti divinità erano la Folgore, l’Arcobaleno e gli astri luminosi. Sopra a tutti regnava Viracocha, il Creatore. Era al tempo stesso padre e madre del Sole e della Luna. Spesso era immaginato come un vecchio dai capelli e dalla barba bianchi. Essere invisibile, era considerato colui che presiede al destino; la sua dimora nei cieli era una zona buia, il “Sacco di Carbone” nella Via Lattea.

Gli indios peruviani erano un popolo molto superstizioso. Credevano che molti luoghi e strani oggetti fossero abitati da forze soprannaturali. Adoravano questi luoghi sacri, che chiamavano huacas. Gli huacas comprendevano templi, pietre dalle forme insolite, tombe di antenati, colline, fontane, sorgenti e caverne. Persino piante strane o uccelli insoliti erano visti come magici e considerati abitati dagli spiriti. I guaritori utilizzavano amuleti per scacciare gli spiriti maligni dai loro pazienti.

Qualsiasi pietra attraversata da un foro, o due ramoscelli che crescessero uno attraverso l’altro, erano magici amuleti per le guarigioni. Quando una persona era ammalata, un incantatore cantava accanto a lui per scacciarne i demoni. Molta guarigioni erano fatte con le erbe, ma il merito della guarigione era attribuito agli spiriti delle piante. Faceva parte della credenza che tutta la natura fosse una sola e che, per guarire, una persona ammalata dovesse essere messa in comunione con la natura.

I sacerdoti osservavano le stelle e tenevano un complicato calendario basato sulla combinazione dei cicli solari e lunari. Questo calendario era usato per prevedere la buona o la cattiva sorte. Anche le numerose feste religiose incaiche si basavano sui cicli del Sole e della Luna. I sacrifici erano una parte importante di feste. In genere gli Incas sacrificavano i lama o i porcellini d’India, anche se di tanto in tanto nei templi più importanti erano immolate anche vittime umane.

Religione maya

La religione dei Maya cambiò con i mutamenti della storia della civiltà. Durante i vari millenni che seguirono il cambiamento di vita dei Maya da nomadi a sedentari, la loro religione venne a modificarsi in conformità delle nuove condizioni.

In principio la religione dei Maya fu semplicemente un culto della natura che richiedeva pochi apparati, nessun sacerdote, nessuna cerimonia complicata, nessun luogo di culto particolare. Ogni capofamiglia era probabilmente il sacerdote del nucleo famigliare, e il tempio della famiglia era poco più di una capanna provvisoria annessa alle altrettanto provvisorie dimore.

La religione Maya subì il suo cambiamento finale quando gli Spagnoli sostituirono con la forza il Cristianesimo alle vecchie credenze e pratiche pagane, verso la metà del XVI secolo.

Le poche sopravvivenze dell’antica religione che sono ancora rimaste non derivano dal culto esoterico e dalla complessa teologia della classe sacerdotale, ma dalle credenze in semplici divinità della natura, come i Chac gli dèi della fertilità. Le credenze nate nella vita quotidiana della gente comune sono sopravvissute alle divinità inventate dai sacerdoti.

Religione azteca sacrifici umani

Il sacrificio era un’usanza religiosa. Il sacrificio umano era visto come il pagamento di un debito verso gli dei che avevano permesso, per esempio, una buona coltura. Il sacrificio era ora preceduto da delle cerimonie organizzate dai sacerdoti e che duravano per giorni.

Società azteca

L’impero azteco era organizzato in distretti e il potere centrale era detenuto da un re; questo era affiancato da un notevole apparato amministrativo e da un consiglio supremo dotato di funzioni amministrative e giudiziarie. La società era suddivisa in tre classi: schiavi, comuni e nobili. Gli schiavi, che erano tali per nascita, potevano comprare la propria libertà, o conquistarla, fuggendo e rifugiandosi nel palazzo reale.

I comuni, o maceualtin, possedevano a vita i lotti di terra sui quali costruivano le loro case. La nobiltà comprendeva i nobili per nascita, sacerdoti e coloro che si erano conquistati il rango, in primo luogo i guerrieri. Bisogna ricordare anche il ceto intermedio dei mercanti e degli artigiani, i quali si trasmettevano il mestiere di padre in figlio.