> > Renzi a Conte: "La rispetteremo, ma non faremo sconti"

Renzi a Conte: "La rispetteremo, ma non faremo sconti"

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L'ex premier ha sottolineato tutte le criticità che rileva nei provvedimenti scritti nel programma congiunto di Lega e M5S.

“Il Presidente del Consiglio non avrà la nostra fiducia, ma avrà sempre il nostro rispetto”: questa è la prima frase pronunciata da Matteo Renzi il 5 giugno, intervenendo durante le dichiarazioni di voto al Senato per concedere o meno la fiducia al Governo Conte.

Metodi diversi

Matteo Renzi precisa che Giuseppe Conte sarà sostenuto in tutte le occasioni internazionali in cui rappresenterà l’Italia; gli impegni internazionali, ricorda il senatore del PD, sono imminenti e importanti: “La rispetteremo fuori da quest’Aula là dove lei porterà il tricolore, già nei prossimi giorni al G7 in Canada. La rispetteremo quando, alla fine del mese, ci rappresenterà il Consiglio europeo di Bruxelles. la difenderemo e la rispetteremo quando, all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Lei prenderà le parole a nome di tutti noi”. Con queste premesse, Matteo Renzi dichiara inoltre che il modo in cui l’opposizione si comporterà, in primo luogo in Parlamento, non comprenderà le provocazioni gratuite, “(…) ma non vi faremo sconti“.

Il linguaggio che cambia

L’intervento è anche un’occasione in cui l’ex presidente del Consiglio contesta il linguaggio che è stato radicalmente modificato a seconda delle opportunità politiche del momento: “Lei è un premier non eletto, potrei dire un collega. Nessuno però le sta negando la legittimità come avvenne nella XVII Legislatura, perché non c’è alcun motivo per negarle la legittimità“. “E’ cambiato il vocabolario” asserisce Renzi ed elenca i casi: “Quello che nella XVII legislatura era ‘il governo dei non eletti’ oggi si deve dire ‘governo dei cittadini'”; oppure “l’inciucio” definito ora “contratto”, il “trionfo della partitocrazia” è diventato “democrazia parlamentare”.

Misure economiche

Matteo Renzi enuncia le criticità che rileva in due provvedimenti simbolo di Lega e Movimento 5 Stelle, cioè flat tax e reddito di cittadinanza. Cita le coperture finanziarie; una delle critiche rivolte al discorso del Presidente Conte da parte delle opposizioni durante il dibattito parlamentare è stata infatti “l’assenza di numeri”. “La flat tax costa 60 miliardi, se la facciamo bene. Se poi la facciamo per finta, va tutto bene. Ieri qualcuno ha detto ‘facciamo la flat tax finalmente per le imprese’. C’è dal 1973 per le imprese” dice il senatore del Partito Democratico; riguardo al reddito di cittadinanza, Renzi ricorda che “(…) quando la gente si presenta in coda agli uffici per chiedere il reddito di cittadinanza è perché si aspetta un cambiamento che voi gli avete promesso. Noi no. Abbiamo anche perso, ma comunque non glielo abbiamo promesso”.

Diritti, Unione Europea, immigrazione

Dalle proposte di natura economica, enunciate prima durante la campagna elettorale e poi nel programma che ha sancito l’alleanza tra Lega e M5S, Renzi contesta le visioni dei due gruppi circa i diritti civili, l’Europa e l’immigrazione. Circa i diritti civili, l’ex premier replica alle considerazioni odierne di Conte: “Lei ha detto che i diritti sono venuti meno: non è così. Noi ci siamo occupati del terzo settore, dello spreco alimentare, della cooperazione internazionale- in alcuni casi, lo abbiamo fatto insieme- e dei diritti civili”. Sull’Unione Europea, Matteo Renzi evidenzia le sue perplessità- e del gruppo cui appartiene- sulle posizioni che le due forze politiche al governo hanno all’interno del Parlamento Europeo. Il senatore interviene anche sulla questione migratoria e invita il nuovo Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a moderare i toni, tenendo sempre in giusta considerazione il ruolo istituzionale che riveste oltre che quello di leader politico. La questione può sembrare formale ma è di sostanza, visto che “(…) non possiamo permetterci di animare questioni di crisi diplomatica con la Tunisia quando questa ha bisogno di un’Italia forte nel Mediterraneo”. Renzi inoltre precisa “Non penso di possa parlare di ‘pacchia’ per chi attraversa il deserto, rischia di morire in mare e vede nei lager occasioni di stupro e violenza”.