> > Renzi-D'Alema, scontro a distanza. La scissione del PD non è più un tabù

Renzi-D'Alema, scontro a distanza. La scissione del PD non è più un tabù

Renzi-D'Alema, scontro a distanza. La scissione del PD non è più un tabù

"Senza una discussione seria e un congresso, alle elezioni scatterà il liberi tutti". D'Alema a Roma evoca la scissione del PD. Ma Renzi a Rimini con gli amministratori locali snobba l'avversario interno. Uno era a Roma con i comitati per il NO, vincitori del referendum costituzionale dello scors...

“Senza una discussione seria e un congresso, alle elezioni scatterà il liberi tutti”. D’Alema a Roma evoca la scissione del PD. Ma Renzi a Rimini con gli amministratori locali snobba l’avversario interno.

Uno era a Roma con i comitati per il NO, vincitori del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. L’altro a Rimini partecipava all’assemblea degli amministratori locali del PD. Quello tra Massimo D’Alema e Matteo Renzi è stato un duello a distanza. In cui il primo ha sferrato un attacco a viso aperto al segretario dem, sventolando lo spettro della scissione, mentre il secondo – alla sua prima uscita ufficiale da quasi due mesi a questa parte – ha provato a glissare, per sminuire l’importanza della minaccia.

Ma alla fine Renzi non ce l’ha fatta e si è lasciato andare a una battuta delle sue. “Il compito del PD è lasciare da parte le discussioni interne“, ha detto l’ex premier. Che ha proseguito così: “C’è gente che vive dalla mattina alla sera pensando che io sia il suo problema. Non replichiamo, mandiamo un abbraccio affettuoso perché deve essere una vita terribile”. Non proprio un colpo di fioretto, ma senza dubbio non un destro in pieno volto come quello assestatogli da colui che è ritenuto il suo più acerrimo nemico all’interno del Partito Democratico.

Il quale non avrebbe potuto essere più chiaro. “Se Matteo Renzi cercherà di correre al voto per normalizzare il partito e avere gruppi parlamentari più fedeli scatterà il liberi tutti. Una scelta di questo tipo renderebbe ciascuno libero”, ha sentenziato D’Alema. Per il presidente della Fondazione Italianieuropei è necessario convocare al più presto un congresso straordinario, alla luce della batosta rimediata dal PD renziano al referendum. Bisogna ridiscutere una leadership del partito e una linea politica che sono state sonoramente bocciate dai cittadini.

Se ciò non avvenisse prima delle prossime elezioni politiche, in campagna elettorale ognuno sarebbe libero di correre per conto proprio. Anche contro il PD, se fosse necessario. Ed è in questa logica che D’Alema ha riunito i comitati del NO. L’obiettivo dichiarato è far rinascere il centro-sinistra, un’entità plurale e sostanzialmente antitetica rispetto al Partito della Nazione che sembra avere in mente Renzi.

Il clima dentro il PD è già infuocato e ancora non si sa neppure quando si andrà al voto. Il rischio per il segretario dem è che una campagna elettorale lunghissima, come quella del referendum costituzionale, possa ancora una volta determinarne il logoramento. Perché, con le pressioni che arrivano dall’Europa e dai mercati affinché si assicuri maggiore stabilità e si rimetta mano alla legge di bilancio per correggere il deficit eccessivo, non è affatto scontato che il presidente della Repubblica Mattarella sciolga le Camere, mandando il Paese a elezioni anticipate.

Ecco perché questa volta Renzi, al contrario di ciò a cui ci aveva abituati in passato, ha quantomeno tentato di sorvolare sugli attacchi di D’Alema. Il quale, però, non è il solo a invocare il congresso straordinario. Tutta la minoranza del PD, infatti, vorrebbe che il segretario mettesse in discussione il proprio ruolo di guida del partito, per sfidarlo e provare a riprendersi la leadership.